• "INV # # ^- ^ %^ l^S \ c^r Q.Ù Sala ,vi Scaffale 41 20GO Fila V. BREVE RELATIONE DELLO SPOSAUTIO Fatto della Seteniffima Principefsa E L E O N O RfA G O N Z AGA^ CON LA SACRA CESAREA MAESTÀ' DI FERDINANDO II. IMPERATORE. Et apprejjo, delle fejìey& fitperbi apparati fatti nelle fue Imperiali 7^7^:^e, così in MantouaiCome anco per il viario fino alla Città d'Jfpruch . Fedelmente dcfcritta da Gabriele Bf. rtazzolo Ingegnere dell'Altezza Sercnifsima di Mantoua,& di Monferrato , &c. M'iUujlrijpmo , & Ecceìlentijjimo Signore y ilSig, D VC^ di 'hliu&rs-^ ^c* In Mantova per Aurelio, & Lodouico Ofanna fratelli , Stampatori Ducali . M. o e. X X 1 1. Qin licerne de' Superiori . [hb e ALL'I LLVSTR. ET ECCELLENnSS. Sia mio Signore, & Padron Colcndiflìmo,.. I L S I G. D O N CARLO GONZAGA D V e A DI N I V E R S.«^«- . V Vii.s.> x\ n^v^\ ^.T.V- toua nAo Signore j Mia Sacra x^ at^a-dtiU Imjieratrice E LLO K O L A Jùa Sere Ila » {^- Ktpotc di V, E. Ìjo loluto tnuiarli Ia '^ preferite Ielatiof7e da rr;e brenewehte de* feruta* Haucuo gta in in particolare li- eretto raccontata la f^pcrha Fejìa de' Fuochi trionfali da n.g fatta su la Pta^z^a di San Pietro in jSlantoua per qiiCììa me^ defima oc e a (ione , la quale per effe re ri u fetta di tanto nome^ che thauerlo rifìampato più ai'na volta j non e Rato a hafanzd per fodisfare alia curiofìtà generata ntt cuore de gChuorrj mi datti menti di così grande Imperatrice , (^ dalla fama di tan^ tQ tnfigne Jpettacolo i Perciò con l'oc e afone di rtfiamparlo la A 2. ferina 4 tfr^ volt A (così injiato dagli atmci) h)> voluto ìncomtncldre tutta la ferie del fuccejjb da capOj, con l'aggiorìgerui tutto ciò» che per L'inanti era pajfato nella celebraticne del Matrimonio , C- quello che doppo fcguì nella partenza, c^ viaggio di S. M. in Jjpruch iCol ritorno apprcjjo di ^ì adama Screntjjìma Bi/cheJ/k di ^Jantoua, che l'accompagno . So LeniJJ'mso :> che i meriti di ' quefte Augi/Jh^ime No^ze richieueuano altra penna:, altra ma^ no , ^, inchiojtro più purgato del mio ^ fupplirà perdo ad ogni tnio mancamento la grande \Z:a del fogge t:o , che per f sleffo non ha hi fogno d'efere con f ciche parole tln.frato : (y- hafttrà. ^l l'ondo fapere con venta (fé Lene t^:rca?..cy!te) i tricr^f^c^ ^lihonorij che io^de ferino jd^ a V»L. di concfcere la miaanti^ ia ^diuotiffhe ver/o l'Jlhfrifsimajdr Iccellentifima fra perfo-^ na, (^ verfo tutta la Seremfstma Cafa CON Z AG j4 j p^Jf^' ditrice già tanti :, e tanti f coli di n chili sf mi Stati , (jr origi" tiaria per linea Paterna, cr Materna da maggiori F.egiyér J^* per a tori del Mondo . Conche facendo all' Ecc, Sua humilisfimd riuerenza, gli prego dal grande Iddio fomma felicità . 2n MantoHA li 2 2, di lebraro 2022* Di V. Ecc.» HuinJifi. & diuotirs.Setuitore CabiiclcBcrcazzok)» BREVE RELATIONE DELLO SPOSALITIO Fatto della Serenifllma Principeffi ELEONORA GONZAGA- CON LA SACRA CESAREA MAESTÀ* DI FERDINANDO SECONDO IMPERATORE. ELIBERATO, c*hcbbe la Sacra Ccfa-' rea Macftà di Ferdinamdo Secondo Imperatore di accettare Ja Scrcnifs. Prin* cipcfla Eleonora Sorella del Sig. Du- ca di Mantoiia per Tua Spofa,/! rifolie di mandare il Sjcelfffti„ la quale oltre aircffcre tutta ri-.' mcfla di iauorieri d^'oro, di pietre, &ftaruQ, Graffiata ornata.^' perquefto effetto ài altri ricchilTìmi addobi, &:particolarmen«- te di ventiquattro lampadc.di criftallodi monte legate inoro, l'Altare con CrocejCandeglieri,&:vari tutti preciofi d'Agate, e Diafpri orientali, & Rehquiarij di criftallo, tutti pur legati in oro, &: guerniti di Diamanti, Maitre gioie, effendo tutto il pauimento coperto di preciofidlmi drappi teffuti di reta,5<:oro . Et entrata lei coni Sereniffimi,&Eccelkntiffimi Prencipi,e: Marchcfi della Cafa, MftJif^gnoillluftnfs. 5d RcucrcndiffimA Scardi -' 7 Scardi Ve&ouo di Mantoua,& i Signori Con/iglieridi S. A. Sccl'clufo ogn altro anco dalle ftanzc, venne il fopranomina- to Sig. Barone, il quale liaueuapcr prima prc/cntace le lettere ài S. M. infiemecon la carta di procura, 1 N AH DV S frater^ Ardcntifsimi Amoris tejiitìiomum^ > Ponit . Nell'altra Porta oppofta alla prima , qual era vcr/b \\ giuoco della Palla, v'era vn'altro feudo firn ile alli precedenti, &: nel petto haueua dipinta l'Arma di Cafa d'Auftria , &: /otto ancora pur v'era la Tua cartella con quelè'altra infcrittione . ÈLEONORAE I N C LTT AE,F LO R ENTJ SS 2 M AE, ^u^A fua faltcitate Orhem fvrtunat , Amore beat, Montem hu?7c Typh^t flam7nis locupletem^, Amorzim Regiani^. , Lumi no firn fuo Soli 7 heatrum^ , Aìnanttfsimus Idant. Dux • CcHocat. Nella quarta poi ,& vltima Porta v era Io /cudo pure Situa- to nel petto dell'Aquilone, con l'Arma della Imperatrice, & da quello pendeua mcdefimamcnte la fua cartella ornile all'ai* ve » con quella in/chciione . , :ELEO^ Ih Oljmpus hic mons Aethn^as eidcuUturus facei, I-Ummeo orc^ , Kuptiales loquens Amores ^ Fratris Imperio» Stat Atcrnum ttbi Troph^um^^ Sopra poi l'entrata della Grotta , a mezo il Monte, ftauané (cricce quelle lettere . £LEONOR AE G LOR 1 0 S 1 S S I M AE, Eaujiijfwjis Nuptiarum Amoribus \ ■ Regnum hoc j Ignis \-\ . ' •■ Inter Egeli do s hyemis algore s , Arfuram Scenam > Aci»ri incendi» tUmmis grauiddm , Eulminibus nafcituris, Extruxit . V*cra nelle griffe dell'Aquila su la cima dell'Altare qucfta infcrictionc . 1 0 V 1 S A L E S FulmimLj , Non Ad exitium » fed ad iucunditatem^» Inter Imperialia Connubia Eeitcifstmo Ornine^ Mtnijìrat . Nel rouerfb poi ve n*cra vn'altra con queftc parole. H r M E N AE 1 E A C E S aie in flammas erumpunt Nuptialis Amoris A e fi US » In Augt^ftifsima peóìora^ Tcon^. Era 15 Era lo (patio rinchiuuj tra'I piede del Monte Olimpo j&: il fccintodcllc balaun-rarc,&: portoni fatto tutto à compartimen- ti di giardini; &:i Tuoi quadri, o triangoli erano forniti divani di fiorijcnclmezo v'erano arbori grandi di frutti, &cipreflì. Era poi qui Ili voglia pian taj&: qual/ì voglia vaio di iion tut- to ripieno di fuochi ,&: così tutti i fodetti portoni,tutto TAl- tare, tutta rAqu.'la,&: tutte le balauftrate, & <]ualfivogIia pie- dellallo, arboreo antenna, che ibflencua Stendardi,© faccua altra operationc,ogn'vna conteneua diueric forti di fuochi j percioche tutti ]balaufì:ri,quali furono alnunierodimi]]c,era- no tutti guarniti con loffio ni,fcoppi,&: alcuni tempi di roc- chcttc fino al numicro di noue mila: gli arbori di lotHonìjòC /coppi triplicati, al numero di due mila pezzi; li portoni tutti con lingue di fuoco, rocchctce,fcoppi,&:teoipi rinchiufi 5 fi che tra tutti quefti pezzi grandi, spiccioli de' portoni afcendcua» iioal nunierodi due mila. L'Altare fu guarnito di fòtfioni in cima,quali ardendo tutti in vna volta iino al numero di cin- quecento, formarono vnadenfìffima pioggia d'oro, così denfa apunto, che ncU'abbruciare nafcofe tutto l'Altare . Le fui-j pareti poi erano adotnatc d'ai tra forte di fbtììoni, quali pur fa- ccuano l'i ftcfla pioggia d'oro,ripieni appreffo co tre tempi Tvno di rocchette,&; icoppi al numerod'octocento fra tutti quattro i lati. La balauftrata,chc cingeua l'Altare nella fornita, oltre, elici balauftrihaueuano ciafcheduno di loro gli ftc/fi fuochi, che gli altri, erano accomodate iòpra la loro mantenitoia tra l'vn vafb, Gl'altro vna quantità digirandole all'intorno, con^ tenendo ciafcheduna tre ordini di raggi, &ogn'ordine cinque altri, di modo, che fi vedcuano abbruciare cento ottantaquac- tro raggi di effe per volta. A baffo poi ne'latidel recinto grande flauano ritte otto An- tenne^che fòfbencuano otto ftendardi co l'Armi di Cafa d'Au- ftria,le antiche,&: la moderna; quella di Boemia, di Ongaria, di Carinthia,di Croacia,di Stiria,&: delTiroio. Et dentro quo- fte Antenne flauano nafcofle ottanta altre girandole femplicij à dieci ìdiccl per anwnna,leqnali Ci vfcfdero poi abbruciflrc ìnfìcmt con le triplicate (odettcparrc girar do per fianco, &- parte yct coltello jcofa impennata daogn'vno nl^jetto alle antenne, non hauendo che tare machine, che fiano circolari, con vn*afì:i^ lèmplice 5 ch'é dritta. Staua queirammitabil Mole recinta ancora d*vn 'altro (lec- cato fatto con gelofie tutte di legnami con lìioi picdcltajli , ri. lorgencfò lagclo/ìa à merli (opra la mantenitoia : &: tra que- lla, &>1 recinto della balauflrata,&: portoni (bdctti, corre ua_^ vnailradadi dieci piedi, qual impediua,che'l popolo non po- ttlleauuicinarfì à toccare i vafi de'fiori, ncdc'frutti, ne Cam* poco àguaftarei fuochi, quali erano tutti fatti in niodo,per ef^ icre d jn^ucrno,che ic bene folle piouuto, non poteuano eiìct ol^cfì dall'acquai non haucndo S. A. perdonato à fòrte alcun* di ipc(à, acciò il tutto riulciife con quella mapnifìccnzajC he ad vna tale Imperatrice fi coni.eniua. Hot mentrc,che quello nobil apparato fi andana prcparan* do su la Piazza, no fi mancauadi lauorare allagagliarda ncU la Scena Ducale con gran numero di macltranze di diuerfc profe^honi ,&: di circrcitare quelli che doueuano recitare li_» Conredia,&: i Mufici per gì intermedij , che andauano tutti cantati, &: parimente li gL'.diator!,ò morcfcanti, quali doue- uano lare la moreica, oc ballo nel fine della Concedici j &c cobì fi attcndeua dalle S:g.Damc d\ Madama Screnifs.à preparare per vn ben intefò balletto da farfi nella Sala auanti S. M.,Sc ne arriuò il Sig. Co: Zuccone alli 4. di Gennaro i ^12.. coJl'or- dme di S. M. Lef per la partenza della M-aclLà dell'imperatri- ce ,&: portò lettere alS. Duca,nellequali S.M. lopregaua à vo- lerli pigliarcuradi codurrc l'Imperatrice fua Spola in JipTuch, doue la M.S. le gli haueua à ritrouare, per riceuerla apnnto con quella dignità, & affetto, chedoueiia, per cllerlidelìgnara dalla diuina prouidcnza pcrcompagna,6c con forte : foggion- gendoli anco, che farebbe egli medefimo venuto in perlòna à icuarla d'Italia, Tela Ihettczzadel tempo non ghci'haueiic vie- vietatole perciò con fin gola r confidenza nccrciua S. A. à vo- lte con raniorciiolczza luaiupplire in iuo h;oga colla rapprc- ichranonc della (ìiapcrlòna n[iedefima , &: di pigliare l'aflon- to di tutte quelle cole, che tollero Hate di conucnienza perii V»aggiodclÌa Sorella, 6c Spola kia,Ìccondo il decoro delTvna, &: l'elitra delle loro Macftà, che poi in llj^ruch prcfcntialipen- te gli renderebbe grane di così fatto vificio-, pregando intanto Iddio, che l'Jperjte le difficoltà del camiiìo, egli nel volto po- tellc ratlìgurarqiicH idea, che haiicua conccputa mediante la fama delle lei virtù, &: 1 amore, che già le haueua pollo la M.S. che così per apunto era i\ contenuto della lettera dcU'Impc- tatore . Intcfa dal Sig. Duca la mente di S. M. immediatamente furono ordinate tutte le prouifioni ncccilarie al viagc^io, co- me furono anco auilati i principali Cauaglieri della Città, ac- ciò fi prouedeflero per accompagnare S. A. onde fi fecero dU uerfc lHiree,&; molte altre Ipefe per comparir con quella ma- gnificenza, che portaua così grande occalìone, per quanto co- ccflb l'anguftia del tempo, hauendoS. A. particolarmente fat-i tafar liureaper quaranta perfone di velutocremefino, trinata di molte lille d oro d\ gran vifta,&: ricchezza . V Fu anco dichiarato per Maggiordomodella Maeflàdcirim- pcratricc mentre dimoraua in Mantoua, ódper il viaggio,! il- luftrifs. &: Eccellentifs. Sig.Vkrchefe Federico Cjonzaga,comc Cauagliere di gran merito,&: molto ben conofciuto da Sua M» Ccfarea, Ipccialmente per la tuntionc fatta da lui per il Serc- mfs. Sig. Duca quando lù mandato à Vicna à pallar i douuti compimenti per Tclettione di S.M. aH'Imperioj oltre alla no- biltà del fnngue, per cfi'er de i iMarchcfì della Cafi Gonzaga > &in confcquenza parente aliai llrcttodcUa Macflà dell'im- peratrice, &: ritenere titolo di Prencipe dell Imperio . Caininando tutti quelli nc^otij auuanti,fù preparato per S. M.i appartamento nuouo fabncato dalla buona mcmodcl Duca Vincenzo, con addobi iicchi [ìimi,&: quello pnrticolar- mcncc fC così fola tirata da fei bellifiìmi Corfìcri della razza di S. A. con maellà Imperiale fiiincaminata alla Chiela Cattedrale; affi- ftendoli à mano delira il Sig;. Duca à cauallo, alquanto però adicrro dc!ln dirittura di S.M.,&doppn S. A. il Sig.Prcncipe Don Celare, (5t ù mano manca, pure alquanto à dietro, il S;g. Prencipe Don Vincenzo fratello pur di S. M. efl'endo circon- dato;! Carrozzcneda grannumero di Paggi àcapo fcoperto, come erano pur i Sratlieri, li Caroccicri , &c le Guardie ,che Pha n no femore fcruita nello {lefibmodo. Ec dietro al Carroz- zone lodcrtoicguiua immediatamétc vna Compagnia di lan- ciccon loprauelle di veluto giallo molto ben montata, & poi in »7 in vn'alcra carrozza di velato crcmc/Ino la Slg. Duchc(ra,co!i ja Principcilk Maria, &: alcune Dame della Cala più cógiontc di (angue, Teguencio in altre Carrozze fucceffiuaincntc al nu- mero ben ciiciogcnto,tutce le Dame deirvna,e l'altra Corte» oc di tutta la Città. Auuanti lei vi caminaua con buoni (fimo ordine la caualcaxa di tutti i Nobili variamente veftiti,&: mol- ti con liurce villofci &: dalle parti erano diftcle due file d'Ar- cieri, IVna à mano dritta, qual era la guardia di S. M.con gli ^ habiti rofli, l'altra amano manca delSig.Duca,con la liurea ordinaria di S. A., & dietro la Carrozza leguiua buon nume- rodi Cauaileggieri pur della guardia di S. A. ma à piedi coa-# gli arcobugi da ruota; &c alla caualcata precedeuano prima^ due Compagnie àcauallo della Città, con le caracche di ve- luto, l'vna verde tutta liflata d'oro, &: l'altra gialla. Inantia* quali v'erano dicce Compagnie d'Arcobugicri pur à cauallo, che alccndeuano al numero di mille . Erano poi armate tutte le flrade dairvnaparte,&: l'altra di Moichetticri , incominciando dalla porta di Corte fino al (ò- detto Monaftcro di Sant'Orlola, oltre aiii Scjuadroni di due jnila Fanti, che in ordinazaftauano fermi, l'vno su la Piazza dcMercanti, &: l'altro su la Piazza chiam.ata del formento; in mo"Htì,^-t4te tra <^ucfti , &: quelìi^chc gurrniuano leftrade, aicendeujno alla Tomma di otto mila fanti . Caininaua dunque S. M.con qucfta magnificenza fragrali concorib di popolo, &c di molti forafbcri , eiiendo anco per tut- to quel tratto ripiene le fineftrcjchc fi trouauano ornate di tapcti ;c tutti àgata con anfictà indicibile (per porgerli mille benedift;oni ) dcfiderauano vederla, &: ammirarla ^ come il magg'or fj_lcndorc,che habbia hauutomai qucfta Città , anzi l'Italia tutta hauendo madime co (omrria benignità, &: affabi- lità acquillata ladiuotionedi tutto il popolo; nófàpcndofi,chc da lei fia vfcito altroché beneficio,&:giouamctopcrogniuno. Gloriola Donna, che indcfellànel beneficare, ha lalciati tanti cuori obligaci alla gencrofità dell'animo luo, da che fi Icoruc iS Ja incomparabile bontà del gran Sangue Auftriaco, da cui cU la difccndc,&: quella d.fpoficione di cor celia, che cf propria dei granGonzaghi Tuoi Progenitori. ArriLiaca poiauuanti la porta di San Pietro, & dirmontaci i Screniirimi,fLìleuata S.M.di carrozza, & su la porta dell-i^ Chiefa venne incontrata da Monfig. Illuftufs. Vcfcouo,chc inliabito Pontificale con tuttoil Clero apparati laftauanoaf- pettandoj&clla terniatafl iopra i tapcti Huillìmi :ui prepara- ti,le fu prelentata da Mon/ig. Vcfcouo la Croce, quale ella, inginocrhiatafi fopra due codini di broccato, che mi flauano apparecchiati, bacò j&pofcia fu a/J^eria dairiftciìb di acqua benedetta :ird! leuatalì in piedi, il Clero, &c iVlonfig. Vcfcouo s'incaminarono, &: ella foftenuta dal Signor Duca , fu con- dotta auuanti l'Aitar maggiore, doue inginocchiata^ ad vn faldiftorio coperto di drappi d'oro, con codini limili ,di/po« 111 fopra vno ftrato pur d'oro , il Signor Duca fi ritirò , 6c s in- ginocchiò molto à dietro Sua Maeftà, come anche la Sig.Du- eheila /òpra coilìni di veluto, così ièmplicemente per le loro Altezze apparecchiati,& d i Monfig. Vcfcouo (che poftofi in piedi, ftandoà man manca deirAltare) fu intonatoli Td-Z)^^, al qual principio fece vna generale /parata tutta la Soldatesca, &: dietro quella cento tiri di Morran d' ferro poftì indifparte fu'l porto dell'Ancona, alche feguì feflanca tiri d'Artiglieria pofta alla porta del Te. Finitopoi di cantare, tu leuata,& ri- mella in carrozza con l'i fteilo ordine, che venuta ,& con dot» la in CortCialla porta della quale le furono prefcntatelechia- ui della Città dal Sig.Marchcfc Federico Gonzaga Generale dell'Armi di tutto lo Stato, &: dal Sig. Corte Aleramo San- giorgio luogotenente Generale, che col Callellano iui flaua- no apparecchiati. Indi arriuata airappartamcntoper lei pre- parato, come s'è detto, dopò mez'hora,eflcndo in puntoilde- . iìnare , tenuto il bacile dal fòdetto Sig. Marchefè Federico,le fu data l'acqua alle mani dairilluftrifs.&: Ecccllentifs.S.Prencipe D.yincciuo,&: dal Sjg.Ducalafiilujecwj cosìàfuonodi trom- ba be,&:faballf,clica vIccrK^a fuonauano airvfanza Imperiale, fu pofta à men^a , apparecchiata già di nobili (lime pafte di Zucchero ridotte in torme di palaggi , rocche, piramidi , hgurc €Ì'huomini,e d'animali, con altre gentilezze molto iiquilìte, & da mano dili^entifllma lauoratc. Era la tauolaiìtuata lotto vn nobilidìmo Baldachino di broc- cato fbpra riccio, efl'endoli apparecchiate due credenze, l'vna d'argento di varie, &c (ìngolari fatture tutta adorata ; l'altra di Vafi dicnftallodi Monte di grandilTimo prezzo , efl'endouenc molti pezzi d'incomparabil bellezza, & grandezza , come al- tri di Agate, di Diaipro orientale, &:di lapis lazuli , tutti fin- golariffimi . Et poftafì àtauola S. M. furono da lei licentiaci i Sereniflìmi Signori Duca, & Duche/Fa, con il Sig. Prencipc D. Vincenzo, quali tutti fi ritirarono alle loro ftanze. Finito poi il definare, fpefe S. M. tutto il giorno in admerter beni- gnamente le Signore Dame della Città a farli riucrenza; §<: l'ifteflb dì, con il legucnte, furono /pedi ti dal Sig.Duca molti Corrieri à tutti i Prencipi d'Italia, &: à tutti i Potentati della Chriftianità,col darli parte d(i\ feguito matrimonio. La Domenica feguente definò parimente S. M. in publico con le {òpra nominate cerimonie all'Imperiale . Dipoi con- ilimò il rimanente del giorno in atti di diuotione,ó<: in con- cedere benignamente audienze di o(ìcqiiio, &: di congratula^ lione.c così il di feguente, benché folle aliai conturbata dal- l'improuifa indilpolitione di lebre lòpragionta al S\g, Duca, la quale gli durò anco tutto il giorno leguente i ilche apportò non poco trauaglio ad ogn'vno,per il viaggio, che in breu^ l'Alt. Sua doueua fare. 11 Giouedì poi, alli 15. come anco li due feguenti giorni ^ Sua Ali. flette aliai bene, hauendolo lafciato la febre,onde fi andana lpcràdo,chehaurebbe potuto andare à lèruirc S. M. Il Venerdì fullequentcalli 14, arriuò l'i llu 11 rifs.&: Eccel- Icntifs. Sig. Duca di Poli, mandato dal Serenillìmo di Parma, per complire con S. M.che fu in efcuùr, fé S. A. non era sé- h z nuca io nuca pcrfonalmentc per caufa d*indi(po(ìtione,inC6ngratii1arfi del mariimoniOj&in effibir ogni {brted'oflcquio alla M. Sua. L'ifteflb giorno alla fera doppo le 24. horc, andò Ja Maeftà dell'Imperatrice in Sant'Andrea, accompagnata da Madama Scrcnilfima, dalla Sig.Principefla Maria, dal Signor Prcncipc D.Vjncen2o,&:dagran numcrodi Damc,&: Cauaglieti,con le fbljtc Guardie, &:iui voHèvifitarc il preciofifllmo Sangue di Noftro Signore, che però con nobile apparato, & con infignc illuminat.onc di tuttala Chicfa fu clpolìoin publicocon gra« dillìmo concorfo del Popolo ; onde da S. M. fu fatta vn'hora^ intiera didiuociiUma oratione, afcoltando apprellò vn dotto Sermone dal Molto Reu. P. Don Fulgentio Gemma Chierico Regolare,&:Confcflbre deU'vna, Gl'altra Altezza . L'altra Domenica, doppo il dcfinare fi fece corfò di Car- rozze, &: Caualli su la ftrada nominata il Borgo, nobiliflì- ino per quanto permelfe la gran quantità della neue, ch'era per le ftradci doue v'andò S. M. mafcherata, con Madama Scrc- niffima, ódaltrcDame, ma tuttauiacon l'aflìftenza delle folitc Guardie fui corlò. Et la ferali fece fefta folenne in Corte, à inczo della quale fu fatto il gratioiò ballo concertato dalle Sig, Dame di Madama Sereniilìma , &: alla fella vi fu S. Alt. che fi fcntiua per la Iddio gratia alfai bene , &:anco v intraucnnc il SiiT. Duca di Poh, con la ma^r^ior nobiltà della Città . Jl Lunedì poi,che fu alli 1 7. venne rill.'"^Sig.Contc,& Ca. «aglicrc Vincenzo Medici Ambafciatore mandato dalli Illu» ftriffimi Sig." Rettori di Verona,d'ordine di S.Sercnità, per no» lifìcare à S.A.comela Sereni/Tima Republica dcfìderaua allog- giare di viaggio per Germania la Sacra Maeftà dell'Impera- irice ne' Tuoi Siati, &: che però defidcrauano fapere il giorno precifò della fua partenza da Mantoua,per poter far quelle proui(ìoni,che follerò ftatc poffibilialla ftrettezza del tempo, clfendo ftatacosì tardi la Serenità fua auifatada S. A. ditale fpofahtio. Hebbc perciò gratidimaaudienza da S A. con cf- icrcfpedicocon buon conecrio del cuuo . Et ncH'iftcilb riorno II fi tifetìtì S. A. (bpfàgìungencJoIe niioiiamente vn poco di febrc, ma con l'aiutodcl Signore, su lalbra al cardi rimale quafi lì- bero airatco. -•■ . Adi 1 8. Martedì, andò S.M. alla Madonna delle Gratie (di- iiocionc fcgnalata di (juefto Srato, fuori della Città cinc^ue mi*, gha in ripa al Lago) per acqua, accompagnata al (olito da_i Aiadama Scrcniflìma . dalla S ig. PrincipcHà Maria,&: dal Sig. Prcncipc Don Vincenzo, oltre allcDame,& folitc Guardie; &: per terra andò la Compagnia della Città con le caracche di vcluto giallo, per afliftcrli allo sbarco, & mentre ftaua in Chieià j & iui fentita Mefla alca, &c balla, &: communicatafi » ricornò à defìnarc alla Città . Non mancò S. M. di /pendere gli altri giorni dal dì, che venne in Corte dichiarata Irnperatri* ce fino alla Tua parten2a,in atcìoni diuoti fll me, con veri ellèmpi della Tua conlueta pietà, in andare à vilìtarc tutte l'altre prin- cipali diuocioni della Città, & molti Monalleri delie Monache, per conlblarlc della Tua prefenza prima, che partirle. Arriuònel medefìmo giorno xS.fodetto, riiluftnlTimoSig. Marchelè dei Monte mai.'daco dalla Sereni ilìma Arciduchel- fa d'Auftria Gran Duchella di Tolcana, Sorella dcirimpera*. core , &c infiemc dalla Gran Duchefla Madre, per complir eoa S. M.per il Tuo acca fa mento, come fece, & parimente co oue- fti Serenillimi, portando àprelèntaralla M. Sua alcune ricche vcftì, Scaltri abelJimcnti di valore,& degni dell'occalìone. ... L'iftclTo Martedì fu pofto ordine di recitare la nobiliUìma Comedia intitolata,/^ C^?/?/?^'-?^//, perche m ella lì veggono le- gni di grandilTima coftanza di. tre Donne verlb i loro Inna- morati . Grintermcdij furono le contefcdei duoj Amori,rvn celcfì:e,6c l'altro terreno,rapprelcntanti laRagione, & il Senio* quali, interne con la Comedi.T jfuronocompofti daiSig. Hcr- coleMarljani Scg re ta no m e rj ti tfimo di S^ A. & lònurtaci rap- prelcncati per opera del Sig. Antonio Maria Vianini- pretetto delie fabriche Ducali, & in quelìa'profe/^ìonc lingoJarjffirna,; per la rclationc de' quali li porrà folo l'argoaieà-tQ-di ciafcuì- 11 no , con Ja dcfcrittione della 5ccna,& delle Machine , haucndo perbreuità tralafciaci i verfi , maflìmc perche dall'i fteflb Au- tore faranno in breue dati alle ftampe . Entraci dunque neirampliflimo Teatro, col concrafégnp delle Medaglie per quello effetto ftampatc, da cinque miljL* perrone,&: la maggior parte Foreflicri>cil'endo (lato Tempre coftume prcflb quelli Scrcni/Ilmi di dar loro il primo luogo; su le 14. horc v'entrò parimente la Maeftà dell'Imperatrice, accompagnata dal Sig. Duca ( che per gratia di Dio lì fcnciua fidai bene) da Madama Sereniflìma, & dalli Illuririllì mi, & Ecccllcntiirimi di Mantoua, ideila Caia,&: dalle nobilifli- mc Dame, &:Cauaglieri della Città, quali tutti fi poferoà fe- dere intorno la Sedia di S. M, che nel mezo del Teatro, in^ eminente trono, (opra tapcti HniHlmi era fiata collocata_j . Dato il fegno triplicato dalle Tron)be per rmcommciare,& tatto gracillìmo filentio da tutti, fi vide à guifà di fulmine-, iparire la gran Cortina, che nafcondeua tutto il pc;lco,&:con ammirationevniucrÉile fi moftrò auanti gli occhi dc'lpetta- fori il f'uperbo apparatodella Sccna,apparecchiato per recitare il Prologo,ilcui fòggettofupcr dimoftrare d onde dcriui l ho» nello AmorccfTendogli dati per genitori GioucSc' Venere-» la cclefle. Per padre poi àCupido,chc notato petTamor la* fciuo,fi rapprefentò rHcrebo,e per madre la Notte . Si videro tutte le nominate Deità di mano in mano fecon- do n*apportò Toccafionc, altre in lucidiifime nuuole ripoftc, altre in ofcure grotte fìtuatc . • Si fcorfc la violenza fatta da Cupido, perche non fcendeflc in terra Amore; 6c per lo contrario, la forza, con cuircfiflcua quelli all'altro, perche non afccndcfie al Ciclo. Vantandofi Cupido di far ad onta d'Amore infupcrabili prone del fuo valore, & promettendo Amore, che non fareb* be fòrtito à buon fine fenza lui cofa veruna , fi diede fine ai prologo, lafciando curiolità in ogn'vno di vedere ciòcche ioC" {e per iucccdcre » s^.; Finito tl Finito il primo Attorcila Come che dalle Stel« le, &:daéla Luna. Sparendo quefta, fi vide forgcre vna bcllifiima Aurora; & intanto Proferpina ammaeftratada Mercurio, calcò la via,ch6 laconduceua fuori di quegh horrori . Et al canto di varij Vc« celli, &: dell'Aurora^ finì felicemente il quarto Intermedio. La licenza dopò Tvltim atto della Comcdia rappre/cntò vn trionfo di Cupido accompagnato da moltitudine d'Innamora- ti , i quali fecero vna bellifiima danza . Intanto comparuc dal Cielo Amore trionfant'%ac€ompagnato dalle Gratie,daMar« ie,da Apollo, da Mcrciirio^&da Venere, tutti nelle loro ma« chine a proportione, &: a'iuoghi loro diftinte . Amore chia- mò Gioue a vendicare l'oltraggio, &: l'arroganza di Cupido: onde in maeftàeomparfb in vn gran Ciclo, con numcrcibfc* guito di Numi, portato auanti da vna grand'aquila fulminò Cupido, che fiibito profondò fòtto'l palco , & cantandofi inj lode del celefte Amore da Gioue, dalle Gratie,& da tutte le altre Deità : repplicaroDO i fcguaci di Cupido la ftcfia lode, 5^ £nì la licenza. Datofi poi nelle trombe, calò dal Ciclo vna gratid*arma_. dell'Auguftiflìma Cafa d'Auftria, circondata dalle quactrò Aquilcinfegna della Scren iflì ma Ca(a Gonzaga, &r da Cci Mo- di concacénaci con efle, rapprcfèntknti Tarme delia Sereni fil- ma Cafa di Tofcana . Sorfc anco da terra vna cartella gran- de, fopra la quale eravn V[iO\X.Oy Aeterno ftabunt tempore -> Scii diede fine alla fcfta, lafciando tutti dell'ammirabiie ipetca- colo confolatiflìnii . Il^M-ercordì rufleguentcalli i^. fu ftabilito di celebrare la fùpcrbiflìma fcfta de*fuochi trionfali ; perciò fi videro entrare fui mezo giorno duemila Mofchettieri nella fp^ciofx Piazza di S. Pietro, quali parte in fquadroni dall'vn capo, & l'altro di efla , & parte intorno alla machina, furono diftribuiti . •' Indi fattofi notte,fù illuminata tutta eila Piazza con lan» cerne divari; colori, cflcndofi poftoftudio di fare avarie fog- gi© inghirlandare tutte le Torri, &:i merli deTalagi,chegran- diflìmivi fono, tutti li Camini delle ca fé, quali conia varietà dell'alto, &: baffo, oltre poi alla fila continuata delle lanterne, ch'erano pofte in ordinanza su i tetti ,rcndeuano vna nota- bile, &: molto dilettcuolevifta :lc quah tutte furono quattro mila, oltre à cento lumiere di pani di fego,che in terra su le afte erano all'intornola Piazza con buon ordine di/pofte. Erano poi illuminate tutte le balauftrate,checingeuanola machina, lcftrade,cheandauano fu'l Mon te, & l'Altare iftcf^ fo co mille lanterne di carta dipinta di vanj colori, quali rcn- deuano apunto tutta la machina molto riguardeuolc. Fu dunque dato principio alla (òntuofillima fcfta con gran* didimo concorfodi Popolo non folo della Città, & Stato ^ ma ài Foreftieri venuti (così guidati dalla fama di tanto fpet tacc- io in vn fubito palcfata j oltre al dcfidcrio di vedere vna Im- peratrice Italiana , cofa non più veduta dalla prcfentc, ne dalie paflace età ) che non fi potcuacaminarcnè riuolgere perli_, Piazza, ancorché di forma (come fi sàjgrandiifima, per fare i ncccifari; feruici; della fcfta» La- Entrata perciò Sua Macftà Tu'! Poggio del Palazzo di Cor* te,di già. riccamente addobaco di finiflìmi drappi tcfluti di Teca, & oro, accompagnata dal Sig. Duca, da Madama Serc- niflìma, dal Sig. Prcncipc D.Vincenzo,dalli altri Signori della Cara5&: dalli prmcipah Cauaglicri , &: Dame della Città, con l'interuentodel Sig.Duca di Poli é Poftafi S.M. à (edere ibttol baIdachino,al (uono di Trombe fu veduta yTcìrc da vna Grotta fituata al piede del Monte Olimpo, la Fed^, riccamente ve- flita di bianco, con vn cuore infiammato in mano^ accom- pagnata da gran numero di Virtù , parte delle quali teneuano alcune faci nuptiali in mano,&: le ghirlande co i breui,incux ftaua fcricto il Tuo nome, &: altre portauano gro/Ti torchi ac cefi, medefimamente con le ghirlande, &:breuii&:quefte te» nendo la Fede in mezo, cominciarono falire il Monte : prece* dendolc prima il fodecto Coro di Trombe, & poi vn'altro di diuerfi itromentimuficali da fiato ; preflò à quelli vno di vo* ci ifquifite, &: indi vn'altro di ftromenti da corda , quali tutti di quando in quando fuonauano a vicenda, &:medefimamen- te cantauano per fé ftc/fi i Mufici, èc dopò inficmc con gli lì:ro* menti vnaftanza per volta di appropriata canzonccta . Arri- uata poi la Fede su la cima del Monte, &: retuacelc Virtù, &:i MuCci dentro la balauftratadclcorritorejchecingeuarAl- tare,fì:ando ella nel mezo di loro,& dell'entrata, fatto gratii^ ilmofilcntio nel Popolo, così ad alca voce parlò. NON fenzA atto flupore i fommi Dei, che nacquero immortali Ne gli alti ehioflri , oue il gran Gioue ì Nume^ Mi vtder nata innanzi lui , che regge Con fccttro onnipotente il Cielo, e' l Mondo, Senza principio i fino, E non foggiaccio a potefià terrena. Ma quella fono , che l' Imperio adorno , £ pongo fra viuenti e pace, e vit4 - té *7 ta F EDB fon , PtdrtAlii che ne ì più cafti^ e ne i più giufii petti Mia flanza tengo , e d' habitar m'dggradiL^ . Diua il Mondo mi tenne. Et à mio honor fourani Tempìj erejfe , tìolocaufii m' offe r fé , e mi fur grati : Ma godo più , che su l'aitar del core Jl candor de' penfieri ogn'vn mi doni} Perche fé alcun di ptcciol neo rntnfettd, L'cffer mi toglie ^ e cttmmortalj ch'io fono» Mortai mi rende , e Je infedel dtmoJìr/Lj . Sonra queli' alto Monte » Che la ftirpe Me al de Gran GONZAGHl Porta ne l' Armi fuCj pof e il mio Altare ^ i£ in teftimon de' lor fine eri affetti y E col fangue j e con l'opre al vafto Impero De C immortale FERDINANDO AuguHo > Per merce lor douuta hora gli zinifco . Cdan ejuefti miei detti J fedeli , e gl'infidi al fuo gran Scettro , Altri per gioia y altri per pena» e il Mondo £luant'io poffa qua giù contempli, t ammiri, E voi data dal Ciel Dtua Terrena , Splendore à l*vniuerfo , Mentre a la voflra Mae fa m'inchino, E me fieffa confacro al vcffro meno , Mirate come in difufate foggie Efcan dal Mont€ j e dal mio Aitar fublimt , Fochi dt gioia 4t disfidar le Stelle^, Finito poi,c*hcbbc laTcde di recitare, fecfc con tutta IO (bdccca comitiua,&:con riftcflb ordine di Tuoni, & canti à vi- cenda; &: mentre, che qucftcdircendeuano,& apprcflb in or- dinanza vrciuano della Piazza, per non ritenere tanto S.M^ con con debili tnftenimenti, furono incamina ti p« aria cinque fuochi dalia Torre diSah.Pictro \ctk> Inforca della Guardia, j quali arriuati à mcza la Piazza, per forza d'vn fuoco, ch<^ conduceua ciarchedun di loro, erano imantmcnte incontrati da vn'altro, qual veniua\iali'alcro capo della Piazza: Et cf- ^ndo cftinto il. primo,chc reggcua la machina, vcniua ria» cefo alfjmproui(b d.i. quello, che da parte oppofta li fòpragio- geuajc tacco ad va tempo fcoppiando,taccua lanciare dalla machina ho ra raggi dabachetca all'aria, hora buon numero di tocchetccj alcune volte acccndeuavna girandola ièmpiice, che formauaii Sole, &: alle volte vna girandola triplicata di raggi, la quale, dopò hauerc girato vn pezzo grande per Tana» fcoppiando airimprouilbjlanciauain aito vn raggio sforzato con dentro tredici oncicdi poluere, il quale ncporcauainaria fette altri piccioli :cofa non iolo ftrauagantc perlanouità, &^ varietà de'luochi, colla nuouainuentione di farli venire lungo vna così rada piazza ; ma molto più cflèndo fin qui (lato co- nofciuto per impoiTihilc à potere in poca machina,.ò«: in vno fteflb luogo faluare diuerficà di fuochi, fi che vno nell'abru- ciarfi non accenda TaltEO amache lòloà tempo, e luogo cfchi, pigli fuoco, & faccia per aria l'effetto diflcgnato di girati-^, fcoppiare, lanciar rochettc,òdi Ialite impetuosa mere al Cielo. Finito di comparire qucJrtc inuentioni,fù dato fuoco ali'A- quiloncImperiale,chefi:aua pelando fbpra l'Altare, il quale fi Vide arder nelle piume > gettar linguemolto grandi di fuoco per bocca, & girare con veloci fii nio corlb vna girandola, che faccua fondo ai Diadema imperiale dell'Aquilonevftando il Diadema immobile fenz'ardere,ma peròcosì riiplendentedi fuochi, che ardendoli^ e vagamente fcherzandoli intorno, lo kfciarono fcmprc illelo. Appreilb fu dato- fuoco allaghirlandà db'fubcht podi su la urna dcll'ifleifo Alcare,da quali vfciuano.grandillìma quanti-: tardi lingue di fuoco; ma fuoco, che alj^jergen do v^a:,infìnità, 4ì fa tulle uccefc,nàfco{c(come $ e detto) tutto l'Altare , ben- ché ^9 che di forma così grande , dentro ad vna denfl/Tima pioggia d'oro . Dietro àqucfli poi s'acccfcro tutti gli arbori del Monte, & appredb quelli del Giardino in piano, ó^tutti i vafi de' frutti, oc dc*fiori, quali rendettero, oltre la bella vifl:a,che fecero, no poco ftuporej vcdcndo,che finito d'abbruciare, rimafcro l^j toglici fiori, & i frutti de gli arbori totalmente iÌlefì,come/c non vi folte flato fuoco alcuno d'intorno; hauendo prima», giudicato oga'vno,che per l'impeto grande de'fuochi, che vi iì videro , non doucfl'c rimanerui cofa alcuna. Fu dato pofcia fuoco alle balauflrate, che cingcuano tutta la machina, le quali contenendo in sé la quantità grande de' fuochi, come fi e detto di fopra , bcniflimo può ogn'vno con. fiderare quale, &: quanto t'oììc l'empito loro, &: come Ja Piaz- za diueniflc tutta chiara, »?<: illuminata iflando,clie nell'inco- minciarfì i fuochi s'erano lafciate fcemare le jlluminationi inferiori fatte con le lumiere de' pani ài fego, affinchè i fuo- chi facellcro maggior villa colnfplenderc nelle tenebre . Parimente fu dato fuoco alli quattro Portoni , quali di nuo- uorinouarono Tammirationcpercioche ogn'vno rimafc mol- to più ingannato di quefta apparenza; poiché ftimanaciafcu- no, che finito j1 fuoco, douefferorefla re tutti conquafl'ati dal- l'impeto del medcfìmo fuoco, dall'infinità deTcoppi,&: dalla grande quantità delle rocchette,&: foffionf, che v'erano den- tro rinchiufì; ma fi videro reftare del tutto falui,&: illefì, co- me erano prima,non efl'cndofi guafte non pur le affi, ma ne anche la pittura, ne l'armi, ne rinlcrittioni,ch'erano in quelle. Furono al finire di qucfli mandate ali aria tre fparate di trecento raggi da bacchetta, che riempirono il Cielo di flellc; oc dopò fi accefero le balauflrate de'poggi, spiani auanti le grotte del Monte, le quali per cfTere in alto, &: aneh'eflc co» piofe di fuochi , refero vna belliffima vifla;&:nel fine fi vido ro correre alcuni fuochi su per le antenne, che reggeuano li il^ndardi con TÀrmi fodctte^ quali rapprcfencaionogh ottan- ta 5« la Soli rpIcrK?entìiTjmi iopfanoriiinatii&rneiriftc/To tempo fi videro accendere le grandi girandole triplicate d'ordini di raggi, pofte nella fcninìità deirAlcare,lequali tutte girando, illuminarono così la piazza, che pareua foiìe di mezo gior- no, lanciando tanta quantità di icoppi,chc per vn mczoquar- to d'hora,cbe durarono, diedero non poco da marauigliarc -a tutti i giuditiofì, come machine così pe(anti,&: grandi, qua- li in le conrencuano tanta quantità di [.oluerCj& di fuochi, potellèio girare con tanta velocità, &: durare tanto tempo, e con tant'ordme hauere in fé regolato il fuoco, che non vene fofl'e pur vna,che facelfe cofa alcuna più,ò meno dell'altra . Hor finite quefte,à fuono di Trombe tu dato fuoco alle due grandi (parate di doi mila raggi da bacchetta, quali riempi- rono tutto il Cielo di fuochi ,di fiamme, di raggi , &c d'vna_> infinità di fcoppij , rendendo non poca marauiglia ailaftan- te popolo : e dietro qucfta furono {caricati alcuni tiri di fà- gro,ch'erano intorno al Monte, à cuiper l'ordinedato icgui- tò la faluadi tutta la Soldatefca; & dopò il tiro di reflànta_» pezzi d'Artiglieria, & di cento mortati, ò code di ferro poflc in difparte (u'I porto dell' Ancona, i quali spargendo il tuono à tutte le Terre de' Stati circonuicini in honore di così infi- gne, & celeberrimo trionfo, impofero fine à queft'ammiran- da, &: glorio^ Feda , ientendofi da tutti i lati le voci del plau- dente popolo gridare; Viua l'Imperatrice; Viua Cafa d'Au- ftria ; e viua Cafa Gonzaga . Ilfcguente giorno,chc fu li 20. mentre s'attendeua à pre- parare le cofc nccefi'aric al viaggio, per incaminarfi la matti- na (eguente, le ne flaua tuttauia il Sig. Duca con qualchij poco di febre, che perciò fu trouato ilpediente, che S. A. re- ftaflè, maffime non potendofi fbprafcder punto la partenza, per elfcr fcgnalata la giornata prccilamente per li 21. attefa i'entrata,che doueua fareS. Maeftà in Ifpruch alli 2.Febra- to, grorno dcdicatoalla Punficationc della Gloriofa Vergine, Gonforme all'ordine hauucofi dalla Macflà dell'Imperatore j e douc 5* e douc il giorno precedente la M. S. doueua arriuargli da Vje- na,per la celcbrationc delle nozze, come di /òpra fieaccen- naco. Fa ftabilito, che llliuftnrs. & IZcccUcntifs.Sig. Prenci- pe D. Vincenzo anda{lc,in vece del S)g.Duca,à fèruireS.M. &à fòdisfare àquanco la Macftà dell'Imperatore liaueua in- caricato à S. A. ; ilche leguì con molto cordoglio dell* Air. S. Ma fu migliore nlolutione alla fine quelta, che metterfi à gran rfchio della vita, per l'incomnìodo di così longo viag- gio in (lagione molco a/praj oltreché la Maeftà deirimpe- racnce non poteua acconfcntirlo peni mede/imo ri/peao,fè ben lo deliderafl'e grandemente. Arriuò l'i ftcllo giorno rillufì:rirs. Sig.Marchefè Rondinelli Ambaiciatore mandato dal Serenissimo di Modona per coni- plire con S. M. ^ rallegrarfi Teco del Tuo matrimonio , con aggionger vfficio dì icufà Ce non folfe venuto in perfona per cauladi d«uer/ì impedimenti, 6<:pcr dubio,che non folle di gii partita S. M. ; &: fu admeflb ali'audienza Tifte/Ta fera , Su le due hore di notte arriuò anche rilluftrirs. & Rcuc* rendi fs. Sig. Cardinale Gaetano legato àlateredi Sua Santità in Bologna, per complire medefimamente con S. M. ànomc della Santità fuaje perciò non efl'endoui tempo,come li e det- to, per la mattina leguente,tù circa le cinque hore riceuuto ali audienza da S. M.col farlo federe. Efpofc detto Illuftrif^ fimo Signore alla M.S. il gran contento prcfb da Sua Beati- tudine delle Tue Augufte nozze, èc Vaffcao paterno,con cui le benediua,Ói:(è ne rallegraua-x:ordialmentefeco. PafTando nel rimanente l'viìicio con ogni compitezza, per efler detto S. CardinaIe,Signore di gran valore, &: virtù j oltre alla No- biltà del luo Sangue, che relè più confpicuo l'honorc di que- lla miflion^ . La Seguente mattina, che fu li ii.incaminati i Carriaggi, &la famigliale ftando parate le Guardie, che doueuanoac- compagnarc S. M. fi ridufl'e la M.S. con la Sig. Duchefla,&: ìi Sig.Ptcncjpc Don Vincenzo, accompagnaci daJ Sig. Duca, dalU dalla Sig. Princjpcfla Maria, &: dalli riluftri/lìmf,& FcccIIcn* unìmi della Cala , Scialli principali della Città, alla prefenza ài numerofo popolo, per montare in Carrozza, nella quale, dopò le vlcimc accoglienze fattele da S. A. che /è ne rimanc- ua Iboniòlata, entrò la Sig. Ducheflfa reco,eflendoreguitadii vencicinquc Iccichc, dentro le quali furono compartite tutte le Signore Dame di S. M. &: di S. A. che doucuano andare nel viaggio, &: neirillcllb tempo montò à cauallo il Sig. Prenci- pe Don Vincenzo, &: tutti i Signori Cauaglicri, &:Miniftri, che doueuano (eguitare la Macftà Sua . Si videro in quel pun- to gli afpctci di S. M. &: del Sig. Duca di modo turbati, chi-< ben ficomprendeua quanto gli animi /cntillero qucfta fepa» rationc, pct il fingolar amore, che pafla fra di loro ; & fé trat- tenuti dalle loro dignità non haucfl'ero fatto gagliardo ofl:a« colo al fcnlb, non lì farebbero diuifi fenza lagrim?-. , Non (ì poterò perciò contenere quelli , che non haueuano cosi fatti rifpctti di macftà ; poiché rilafciarono il freno al pian- to, ne fu chi non fi fentiife àcommouer il cuore di veder ad allontanarfi per lemprc Principcila tanto riuerita,- &: molti ne fecero larga teftimonianza con abondanza di lagrime . Ef- fetto della fomma ollèruanza del popolo di Mantoua verfo i gran menti della fua Augufta per(òna ,&:la fempre viua me- moria del gran Duca Vincenzo, di cui e così gencrofa figlia. Da che ne fuccellb, che in vn punto, &: nei medciìmi Sogget- ti fi vedeil'cro duoi affetti contrari) rperche fé bcnquefta Cit- tà lietifllma la vedefil* andare à pigliar il pollciro della emi- nenza Imperiai"-»; pianfc però alla partenza quello che ncl- l'adictro haueua cortcfcmente defiderato, apprendendo al- Ihorajche reftaua priua d'vn tanto, & sì fègnalato ornamen- tOj e perciò era impoflìbilc il non féntir l'aii'anno di quefta pr'uatione. Ma preuaglia il meritato bene al commune do- lor de'parcnt'jedella Città, &: lieta con vniucrlàle applau/ò vada felice alle gioie, &: àgli honorij poiché per fòpremo me- rito di virtù, ^ di bontà, e fiata eletta di afccndcre al fuprc- ffiftgracJo imperiale, a cui altra Donna ilo e perucnuta d'Italia- ' S'iniiiò dunque Sua Maeftà , precedendole auantf quattro Compagnie di Caualleria, ncUequali v'era per capo lafteHà perfona del lòdetto llluftrifs.Sig. Conte Aleramo Sangiorgio Luogotenente Generale dcirArmi,con la Tua Compagnia del- le cafacchc turchine, sbianche; oltre quella dell'Ili."'" Sig. Generale colle cafacche di vclutoverdeliilate d'oro indietro Seguirono i Signori Cauaglieri,&: Mini(lri,che la icruiuano. Dietro le Guardie caminaua la caualcata de' Signori Ca- iiaglieri,&: Miniftri di S.M. di S.A. e di S.E. al numero cir- ca di trecento Caualli . Et auanti la carrozza di S.M. cami- naua l'Ecc."'" S. Prencipc D.Vincenzo, &; dietro ella la Guar- dia delli Arcieri à cauallo con gli arcobugi da ruota alla bando- icraj& le celate in tefta, guidata dall'Ili.'"^' S. Marchcfe Paolo Guglielmo Andreafì Picco Capitano della Guardia di S.A. de- fìinataàfèruireS.M.finoin Ifpruch; oltre la Guardia degli Ar- cieri a piedi co i coltellazzi in Tpalla, che l'accópagnarono alla porta. Dopòfeguiuano le letichecon leSig.Damedcirvr.a3& l'altra Corterpoi molte carrozze da fci caualli co altri Signori, e Signore delle famiglie lóro : oltre à molte alcrc di Dame dcììSL CittàjCheieruironoS.M.fin'alla porta. Vol/c però andare a de- sinare al fuperbo Palazzo della Fauorita , vn miglio fuori della Città, {è ben fuori della diritta ftrada, fabricato c5 Rcal magni- ficenza dall'incomparabile animo del S. Duca Ferdinando. Dopò dliaucr degnato s'incaminò al fuo viaggiocon ride/Io ordine, (in che alli confini -de' Signori Vencciani ritrouarono circa le venti bore, vicino alle Mozzicane, prima Terra della Sereniflima Republica,FIllu(lrirs.&:Ecccllcntifs.Sig. Generale Paruta(checome Senatore di soma prudenza, &: di gran valore, era ftatodeftinatoà riceuere S. M. &c feruirla ne) pailaggiojchc doueuafareperil fuo Dominio) il quale difmon tato da cauallo la ftaua attendendo, accompagnato da buon numerodi Caua- glieriVcronefì,& di tre Compagniedicaualli,dued'ArcobutTÌc- tiiòc vna di lancic, con lo ftendardo Ducale. Compii cllb Sig, C Gè- 54 Generale primi co*l Sfg.Prcncipc D.Vincenzo, che era inantì, qualdi(montòdacaualIo,&:poi con S.M. ,chc perciò fece fer- mar la Tua letica : palsò anche li mcdc(ìiTiocomplimenco con U Signora Duciicila, clie immediatamente fcgiuun dofò S.M. parimente in letica. Continuò poi ciib Sig.Gcnerale il cami- no, ferucndo S.M. con dette Compagnie j &r acciò fuflè hono- rata p:ù oltre ancora per alcuni miglia con nobile incontro di iiìilitja,la fecero leuare dalla ftrada ordinaria, tenendo il ca- mino per la Campagnapiù aperta, in CUI fi trouò vno IquaHro- nc di Fanteria, che dicono folle di otro mila fanti, &appre(ro flnuano in ordinanza fino à trenta altre Compagnie di caualli, la maggior parte Corazze^ &: pallata, che fu S. M. fecero vn* ia!ua generale ,efìèndo vn poco prima vlcita lei di letica, d» CUI nccucua alquanto di trauaglio, &: montata in carrozza. Noi arriuò S.M à Buflblengo prima delle due hore di noe teche perciò tu mandata ad incontrare da buon numero di forze circa due miglia fuori della Terra .qual fi fcopriua da_j lungi peri molti lumi, ch'erano difpofti su le Torri, &: per le €afe:indi fu falutata con molti tiri di moriari grofll di ferro •n'entrare della Terra, doue era concorfa molta nobiltà di Da« aie di Verona, &: altri luoghi per vederla, ilche non nufcì loro molto bene; onde ptteièro di godere il fauore la mattina ic* guenre nell'vfcire, che fece la M. S. alla Mefla. Il Sig Gene- rale dicendo di non hauer à baflanza iòdistatto all'ordine di Sua Serenità, dicui portò lettera alla M.S. per quello compii- mento, fece ricercar ic fofl'e flato più commodo alla M.S. di Mentirlo rifleffa fera , ò la mattina feguente ; ma perche l'hora era molto tarda, &: l'alloggio di S.E. era difpofto à Palazzuo» lo, longi circa due miglia, S.M. lo rimefl'e all'altra mattina^. L'Illufìrifs.Sig.Conte Malfimigliano Emilij hebbc il carico da S. Serenirà di fbpraintendcre à quello alloggiamento, che ▼cramente fu fontuofo, 6c l'apparato delle tauolc lautifTìmo, con varietà di Pcfci,così di Marc, come del Lago, in molta», abbondanza 3 &c quancicà di confecci;^: alcic delicatezze . Sco« pica» ^ ir prendofi in©gnicora,chcfoflc fatto tuffo il poflibilc per ricc* ucr la M.S. con ogni dimoftrationed'honorc; hauendo anche la Rcpublica fatti fare nuouidi tela d'oro i Baldachini,& al- tre cofe . Alla cafa dell'habicacione di S. M. era porta cojl. ghirlanda di lauro in lettere grandi lafèguenccinfcnttionc. LkhensUiur Jìftìto, & volens quisquis es animo fuh admi'* ratioms onere , LAhfure ofulis indiu€rp.diff]patismaiorisfu6ii (xcelfiut vtdendum nunq4tam decus . BLEONORA GONZAGA Dot ih US incoruptius afiimandis ^ Auflrio Cafarum FERDINANDO Secundf I9 triumphann Mdrtis virtutibus bellica gloria nonjìne miraculo expcdiundis . 0 Diuum fa^tim aufpicato enubjit fauorem » cr pUupa votaj ó' 'voces prifcis oU?n datas . Sacr / LitA <£ternum te faperique beent . Il Popololi trouòcon numero/bconcorifb pervedere S. M. eflendo Rouereto terra grolìlij&ielfendo venuta niolca nobil- tà d'huoiniiii,6j di donne daluogiii,ò^ Caftclli circonuicini . Nell'atrio allcncrar della cafa,doue lliìontò S. M. lì crouaro- no raccolce moke Dame di Rouereto, òl altri luoghi , fra qua- li alcune Contcilc,&: Baroncile principali venuce per riceuere, «S^iferuire S. M. coinè tccero,inuiandoiì preilb le Si^^ Dame di \{:.\ fino ailaiua llanza, nella quale iuiono poi futte introdot- te ,&: ad vna advna fL'cero riuerenzàalla M.S. &: fucceflìua- mcnce à S A. ancora ; &: poi quaiì la maggior parte di loro H fermò nella lleila cala, per alliftcre femprc alla MSua. Prima dell'hora della cena venne periona mandata dal Ca- pitolo di Trenco, per intendere fé S. M.guftaua,e comman- daua di far Tencracafolenne in Trento .perche eflb Capitolo larebbe venuto alia Porca della Città col baldachino,&: col Clero 42- Clero proccdìonalmence à riceuerla ; ma dopo eiTer/i /opra ciò alquanto confultato, riTolfè S. M.di far l'entrata priuatamen- ce, volendo pcròaiKÌarprima,chcairalloggiam5to, àTmontac alla Catedrale, per riceuer cjuiui qucll'oilèquio, che dal Capi- tolo leveniua propodo. Venuta l'hora della cena fecero ri- cercare le Signore Dame del pae(è(come era (lato coftumo con alcre Imperatrici, &: Pregine) di poter fé rlj ire alla M. Sua alla tauola,ma non fi crouò efler impediente ; onde, col confi- glio fempre de'Signori Commifl'arij, furono ringraciate,&: ri- me/Te alcune di loro, che non haueuano veduta ancora S. M. alla mattina Seguente. Stettero peròquafì tutte à tener com- pagnia alle Signore Dame di S.M.&di S. A. accompagnan- dofì con ciafchedunadi loro, &: con efl'c metrendofi à tauola, erano in tanto numero, che in vna ftefla camera aflki gran- de riempiuanocre longhe tauole nel medefìmo tempo . VCcì S. M. la mattina delli i y. giorno della conucrfionc di San Paolo, alla Meifa feruica al folito, &: accompagnata da_i tutte le Dame, &: da molta Nobiltà, & Popolo numcrofo. Ar- riuatapoi,che tu alla flanza comparuero alcuni Deputati del- la Città àprefèntarle certi rinfreschi di Carpioni, Formaggi, Zuccari,& altri frutti della Riuiera del Lago, che furono ac- cettati, & benignamente graditi :&non fèntendoiì la M. S. di mangiare, dopò dato tempo, che la famiglia dc(ìnafl'e,fi pofè in letica alla volta di Trento. Fu fempre aflìftente all'allog- gio di S. M. vna grofl'a Compagnia di Moichettieri ,& alFv- icire della Porta del luogo, come ancora di camino da più parti, fi trouaronodiuerfe Compagnie di Fanteria dc'luoghi circonuicini , venute ad honorare la M. S. la quale arriuata^, dirimpetto la Fortezza di Befigno delSig. Baron Traucen,fù falutatacon più di cento tiri di morrari, &: pezzi d'artigliena, di cui quella Fortezza fi troua ben munita. Lungi da Trento quattro, ò cinque miglia fi fermò S.M. à pigliar vn poco di ci- bo, non hauendo lo ftomaco molto ben comporto, &: /eguì il fuo viaggio verfo Trento, fuori della cui porta per due miglia, &: più 43 ^ più, fu incontrata dagli 111."^' Signori TAbbatc Madruzzi, & Conte Tuo fratclIo,accompagnati da buon numero di Gen- lilhuommi àcauallo,&: feruita fino alla ftanza del Caftello. Laporta di Trento fi trouò ornata d'vn bclliffìmo addobo ridotta àguifa di arco trionfalc,efrendofi finto il Torrione, che manca nell'entrata alla man deftra con tele dipinte alla ru- ftica,&: la Porta finta con profpettiua di valente artefice, tan- to naturale, che rendeua rnarauiglia a'riguardanti . Sopra la detta Porta era vna grande Aquila Imperiale, &: nel mezo vn fcudetco con Tarma d'Auftria,&: Gonzaga. Et nella fòmmità della portala piedi della figuralo ftatua della Gloria , erano quelle parole tratte da Vergilio. I/is ego nec metas rerum y ne e tempora pono , Imperium Jìne fine de di. A ba/To fopra il tondo del Portone v'era il /èguente difticho . Jngrederey )) fd>lix y F E RN AN DO C afare digna , Mantua quam genHtt,fortunattJJima Virgo . Più a baffo poi ftaua quefl altro verfò. Hoftra t ibi fi e corda paPent jfiemper^^ patebunt » Dalle bande dell'Arma Imperiale, nella quale era incorpora- ta quella ài Cala Gonzaga, ilauano fcntti li lèguenti. ^.eddttur Auftriac^x Domui Gonzagaa proles. Sanguine ab Hetrufco cui Medicea parens. Vi erano poi Tei figure pofte à tre per banda /oprali baftioni, che accompagnauano il Portone i delle quah la prima era la Pro/perita, con quello diflicho» irò. 44 . Frof^eAtds fum dìcla jluhens e^j J£there ah alto Omincr ylugu^ci pro/pera cunei a nie£ . La feconda figura era l'Allegrezza, con li feguend. ^^^ tibiy qu.v tacitum demtdlcent gaudio, pecius LAtitid ì A ti gufi A gaudi a corde gero . La terza era la figura deirvnione Matrjmoniale. Concordes aninios^ c^ m*ttua njincula vobis . Inifctam ifflix co?ìnubialts Amor* La quarta poi era la Fecondità . FauHa ego te^ac pulchra faciam mox prole parentem» F^cundare thorum maxima cura tmhi . La quinta era la Felicità publlca. O ijtinam pervos refpiret ingiter Or bis Dei?»' fecura qutes ^pax^ rejurgat ouans , La refl:a,&: vlcima era la Felicità eterna. Eterno tandem folio ^ Ccelocj^ pò tiri Sic dabitur > Pietas h^c ttbi regna parant. V'erano poi l'Arme della Città, &: deU'Illuftrirs. &: Reueren- diTs. %\^. Cardinale . Però (opra quella della Città vi era la fe- guente infcrittione. Ì>///<, ^ L EON Q R A E Sponfi Augufijfim^, Ciuitas Triden, Serenijfun^ , ac Inuicltfs, Zi, A. S. D. P. £. Sotto 45 Sotto airifte/Tà Arma vi erano li fcgucnti vcrfi. Uefity^i'hi Jjfìrio pUcuit pulcherrimd B.€gi » ifacidum qenti vita ,falus^fuit , jìufpicijs nos I)tMa tuis LEONORA tue ri Non dedigneris j Gufare dignA. tU9 . Poi fopra l'arma cicirillLiftrifs.&: Reuercndifs. Sig. Cardinale ù vcdeua l'in fra ieri età infcritcìonc. Sub felici Regimine CAROLI Nadrutij Cardinalis , L/pifcapt jAc rnnvipts flit bemgmjjimi . Socro parimente allà^tictt'Atma v*crano quefti . ^ altri (quattro vcrfl. Madrutijs Leonora faue^ Sacram^ Tiaram Purpurei! cjuam decorai Sacra, benigna foue : fac volucrum Regina fuis hanc protegat alts , Parere Aiigujìx di fiat , dr iU^ f^a . Il corpo di Guardia difetto detta Porta era apparato d'araz- zi con verdure bendifpon:c>cherendeuano molta vaghezza . Et cominciando da eflòj& Seguendo per tutta la Città fino al Caftcllojper lungo tratto tutte le ftrade erano armate da vn latOj&: dall'altro di perpetua ipalliera di Moichettieri, molto ben all'ordme, 6c tutta bella gente. Entrò in Trento S.M. in carrozza con Madama Sercni/fima alle i5.hore,&: col medefimoordinedclla fòlita caualcata,prc- ccdcdoauanti alli Commifl'arij Arciducali gli Cauaglieri della Cittàj&: fcguironodopò laM.S. i Cauaglieri,chela feruiuano ne* carichi più principali, con la fua Compagnia delia Guar- dia (èmpre armata parte dinanti,&: parte di dietro. Arriuò S.Macfta alla Catcd: ale, ouc fmontaia;fù riceuuta fuori del :4 . Longeua,vt Sarr^-j . Poi fopra la porta dell'Arco era fciitta la fcgueRCc. Stiblimis yf^lix fCeleberima maxima Mundi , Per quam vita falus dicere voce Itcet . In __ _ 49 TnEgna uTpettoal luogo fitrouarono a/Tai buoni alloggia- itnenti,&: abbondanti così di carne, come di peice_» . Cenò S. M. in publico come l'altre volte, &: gli ruoiGentilhuomini in compagnia delli Signori Cummiflarij Arciducali . Per Tac- cutezza del giaccio cadettcro nel camino alcuni Caualli,& Muli delle letiche , ma però (Dio lodato) fenza oifefa d'al- cuno . La mattina delli 27. S. M. Tenti la Mcfla nella Chiefa de' Padri Capuccini,&: cflendo l'aria molto fredda, cominciò 2 fentir vn poco di doglia di tefta, ie bene attribuì più tofto quello accidente alla fouerchia caldezza della (luffa, nella>j quale haueua dimorato prima d'aueder/ène . Riiolfè però di non dermare,&: montata in carrozza s'incaminò alla volta ài Bolzano, feruita fin fuori della Terra da certo numero di Molchcttierijche Thaueuano anco incontrata la fera manti, &: che filetterò di guardia la notte alla cafa doue haueua ìlU !o!?f>iato. ArriuoS. M. su le ij.hore à Bolzano, «&: fuori della Terra in vna pianura tutta coperta di neue trouòvno /quadrone di Fanteria, molto bella gente, &: ben veftita, che falutò Sua M. con vna ordinata falua. In capo della Sala dell'alloggia- mento di S.M.fì fece da groflb numero di Mufici,con voci, &: ftromenti,vn concerto nobile, che di quando in quando s'andaua replicando, &: durò poco meno, che lino alle tre ho- re della notte. La caia doue alloggiò S. M. fu fèmpie guar- data da buon numero di Mofchettieii,&: Allabardieri j ma eflcndo alquanto crefciuta nel cammo la doglia di tefta alla M.S. gionta che fu fi pofe in letto, doue fatti alcuni rimedij ^ da lì vn poco cenò, come pur fecero nelle loroflanzelcpara- tamcnte Madama SerenilTima, &c il Sig.Prencipe D. Vincczo. Il Venerdì mattina dclh 28. S.M. dopò il ripofo della notte fi trouòconbuoniirimaialute,& vfcìalla Mcflh nella Chiefa de'Frati di S. Francefcoipoi dopò haucr dchnato, s'incarnino in letica (per eflcre la ftrada aliai mal.igcuolepcr la carroz- D za) za) vcrfo il Colimcn,doi]e fu fatto il fuo alloggia mcnro, co- me ancora della Sig.Duchefl'a, & Sig. Picncipc ,& di pochi al- tri, ellendo pafl'ati auanti alla Cliiufa il rcfl-ancc dcìh fami- glia, die non puotc capire in detto luogo per la fì:retcezza_# della ftanza: Òc trouandofi S. M. in buoni/lìmo ftato, volfo anche cenare prima del lolite, come fece in publico,& con Ja medciìma compagnia ,&:dapoi ell'erfì alquanto trattenuta con S. A. &Cìì Sig. PrencipCjfe n'andò à dormire per tempo. La mattina poidelli 29. fi leuò , &{ vfcita nciranticamera fottoil Baldachino,con ralliftenzadiS.A. di S. E. ^dimoiti Cauaglieri , furono introdotti airaudrenza di lei due Commif^ fari) di Bnflenone,neIcui territorio s'entraua fra Io ^ati9 di "vna lega, desinati dal Sereniffimo Arciduca Carlo (che come Velcouo della Città ne tiene il dominio) per ferQÌrla,& accom- pagnarla fino alFaltro confino dello Staro preflb Stetzinch .. Vno de*detti Commiflarij dopò hauer col ginocchio à terra fatta riuerenza a S.M.à Madama, & a S. E, parlò ad alta vo- ce in hngua Italiana, esprimendo il contento,che S. A. tene- uà di quefto Matrimonio, offerendo a S. Mr tutto quello, di che poteua cflèr /cruita in così picciolo Stato, Prendendole gratie deirhonore,che faccua airA.S. con accettar da lei que- fto poco tribntodella fua offeruanza . Gh rifpofe S»M.coji_, breui, ma grani parole ;& poi per vn corridore, con cui dalla C2.Ù. Il pn(ià alla Chicfajfe n andò alla Mefla ,qual fentita, &:definato,hauenda odbruato, che il moto così della carroz- za,come della leticarla trauagliaua, fi trattenne paffan do il teir.po fin'alle 2,i.hore,e poi s'incaminòalla volta di Bnllcno- ne,oue arriuò vcrfo le 24. &nciri{Iefìa maniera, che già fece à Trento, ìè n'andò àdrirtura alla Catcdrale,douetrouò quel Clero, che su lactio della Chiefa laftaua attendendo, equini jl Vcfcouo futfraganeo di S.A. apparato Pontificalmente, c{^ ièndofi inginocchiata S.M. fopra vno fediale coperto di vcluto cremcfino, le diede à baciare vna beUiflìma Croce^che rene- lla di cnUallo di monte;&: poi dal medcfimo Clero, che ìx^ prece» prcccJeua proce/nonaimcnte , fò condotta aIi*AItar maggiore, al quale s'afccmie per due fcalc di molti gradi , douc Itau-u. preparato vn*al ero tediale, &: altri coflìni per Madamaj&: S.E. &: dopò che vifiì inginocchiata, da c/Ib Mon Zig. Suffraga n co fu i n ton a to il ^^^^(r^-?», cantato poi da nobiliflìma Mufìca di molte voci, con vari; ftromenti,chc col concerto dell'Organo rendeua ibauifllma armonia. Acccftatoficlìò Signor Sutfra- ganeo all'AItarcj cantò le Orationi,&: preci lolite fecondo il rito Pontificale inbenedittione delle Imperatrici . Fu pofcia S M.accompagnatacon la medefìma procellìone del Clero al- la porta d-lla Chiefa,di doue s'jnuiò in carrozza al Palagio Epifcopale,foprala cui porta fi vedcua pofèa vna grand'Aqui- la dipinta, e cagliata fuori nel legno, nel cui petto era l'Arma di S.M. inquartata con i'Auftriaca,&:con fòpra il Di^dcmi^ Imperiale tutto frcgiaco d'oro con belli/Ilmo ornamento. Di /opra l'Aquila flaua pofto queflo motto. À^o/! fulminatur . Edi fotto efTain vnagran cartella era quella ìnfcritcionc. Vìudt Imperator FERDIN ANDVS Securidus , ViuAt Imperatrix ELEONORA Secunda^. In BrffTenone /òpra la porta del Palazzo da vn lato, &: dal- l'altro dell'Aquila, erano le dueftatue dì marmo permanenti di Ferdinando primo Imperatore, & d'Anna Regina dOnga- ria fua moglie, con le infcrittioni de'loro nomi à i piedi. Dopò entrata S. M. &: condotta alle lue f1;anze,fu fatta vna faluadi buon numero di mortari,&r pezzi d'artiglieria, ch'era- no nel mede/imo Palazzo. Cenò S. M. retiratamente, come fecero ancora 5. A. & S. £. ^ la mattina feguente giorno di ^D t. Do. Domenica , alli 50. la M. S. nella Capellà del Palazzo Centi h ^ -ciìk baf]"a,&: (ì comnHinicò jn/jcniccon S. A. , &c ruttc le ìcio Danìcc poi fi cantò vn'altra Mcfla ,laqual finita dclìnò in publJcocon l'aflìfienza &ì molti Baioni, 6c Cauaglicri. Riti- ratali poi S. M. fino all'hora del Ve/pio, che pur tccc cantare nella mcdcHma Capella , per dar guflo- al [opolodi Bnlseno- Ee,che delideraua vederla , vici in carrozza ad vn Cor.uento. ài Monache dell'ordine di Santa Chiara , nel <^uale entrò eoa ^'hdama Sereniflìmaj Maitre Damcch'erano con lei, emen- do detto Conuento (come dicono) ripieno di molta Nobiltà , Cenò l'iftclia fera S. M. ritirata con S. A. &: ilSig.Prencipe D. Vincenzoj&: la mattina legucnte deirvltim.o del mefè Tpedì il Sig. Conte Zucconi ad incontrare la Maeftà dcH'impcrato- re non ancora arriuato in Ifpruch , per intendere delia Tua buo- ra falutc,&: quanto commandaua per quefti vltimi giorni del,, camino di S. M. Sentì poi la Meila nella mcdefima Capella di Palazzo, &:prima,che mctterfi à tauolaper definarc,arri- IjÒ rilluflrifs. Sig. Barone di Mefpergh Gcntilhuomo della«, Camera dell'Imperatore, Se Capitano della Tua guardia, man- dato à complire con S.M. il quale in nome dell'Imperatore fi rallegrò del Tuo felice viaggio, oc refe grafie à nome del mc- defimo alla Serenifs. Sig. Duchefla dcli'incommodo, chcfi pi- gliaua per amor Tuo d'accompagnare in così longo, & difa- fìrofo camino rimpcratrice . Rimafepoi detto Sig.Barone fer- ucndo S. M.fìno in Ifpruch. Pani la Ivi. S. da Brifsenoncdoppo ildefinare con tempo af- fai turbato,che minacciòquelloche apunto ruccefle, di vento gagliardo accompagnato da neue,che Tempre s'andò rinfor- 2ando nell'approllimarfi la notte, &: mentre s'andauanoacco- ilando all'ailoggiamenio fritto in Sterzinch, per il qual mal tcm.po fi refe molto più malageuole la falita vicina del mon- te Prencr. Prima,che la M.S. finisce di cenare in Sterzinch, fùdi ritorno sii le pofte il Sig. Conte Zucconi, che dille d'ha-. \iet kfciato la Macftà dcirimpcratore ad Ala dlfpruch,dou*. diiegnaua ^ l'altio col gran collare del To/òne, che puf h.uicMia la M.S. Diccro à qutfti andana l'Ecc.''"'^' Sig.Prencipef d'Analtli, &: poi li Sig.Prcncipe D.Vincenzo, &: dopò lui Tlm- pcratote, fegucndo lubito l'Imperatrice , à cui volle S.M. che il Sig.Marcheie Federico Gon2?iga incjuella f un rione ancora ,co- mcfuo Maggiordomo, fèruifl'e di braccio. Dopò l'impcrarricc leguiua la Sig. Duche/lajà cui daua jI braccio da vn lato alTll- luftrifs.S/g.MaffimiglianoCaprianifuo Maggiordomo ,e dal- l'altro airiliuRiifs. Sig Barone Saiuara , il quale fu dcfbnaro da S.M.ad ail]flcrlc,c feruirla menrre fi krmaua in Ilpruch. L'apparato tu tatto nel Coro ifte/lb de' Frati tutto benilli- mo ornato, doue erano gli ftellì fediii di tapezzarie molto bel- le di veluci cremefini, 6c tele d'oro, per tutto (Quello, che fi po- teua tare nella qualità, e ftrettczza di quel fito, reftando an- che coperti tutti i Tedili di panno cremcfino, come ancora tut- to li pauimentodel detto Coro, &: della Capella con vngran tapeto d'efquifita finezza . Nel capo à i /edili davn lato,&: dall'altro ftauano pofti due Baldachini d" broccato, quafi del tutto fimilijTvno però ditela d'oro, e l'altro d argento, con., franze d'oro molto ricche j&c coi loro cofiìni dei medefimo broccato . Si condufi^ero immediatamente le loro Maeftà dinanti al detto Vefcouo all'Aitar maggiore, al quale egli con Piuiale, &C Mitra ftaua appoggiato con le (palle, l'Imperatore à man de- lira,e l'Imperatrice à man finiftra, in piedi, &: fcoperto., &: qui- ui dettero iD tal pofìo a (èntire vn bel Sermone, che ibpra le lodi del Matrimonio fece il detto Vefcouo in Im^ua Italiana, &ù durò vn quarto d'hora j qual finito, fecondo i'v/anza del paefe(eflbndo di già fiato contratto il matrimonio fra le loro Maelìà per Procuratore, come ficderrodi foprn,in Mantoua) à icambicuoleinterrogatione d'efib Vefcouo, l'vna, tVralrra,, Macilà quello ratificarono, (Svi conhrmarono, & in quanto iof- /è di bifogno, vn'altra volta lo contraficro, &: rinouarono, e re- cip ro- ciprocamcntc con 1 anello li /póraronOicflcnJoconructijdjne del Pade, chela Spola non altrimencl di quello faccia il Mari- to, lo ipofi con vn proprio anello. Facto lo rporal;t.o,lImpc- rarore prelc rimpcratncc per la maiiO, &c accodatocele col volto alla tacciii, ledifle alcune parole in (ccrcco. Finita qucfla attionejeloro Maeflà iì ndu/Ibro lotto i loro Baldachini J'imj^eratore à man delira d.d corno dcIl'Huan- geliOjÓc i'inipcratrice dall'altra parte jdoue s'jnginocch.'aro- no lopralhaci vguahdi brocca to da rgen to ,&: oro. L Impe- ratore era in liabito bianco, cioè con làglio,c calza intieraal- JaSpagnuola riccamati d'argento, oro, (Sj perle, con fodra,&: calza turchina, (Se capotto di veluto turchino foderato di klpa, del medefitno colore, trcgiato di riccami d'oro, &c con la icar- pa bianca, &: pianella di veluto nero. In tefta haucuavn ca- pello allaSpagnuola con ccn turino ripieno di diamanti . La Imperatrice era in vefi:e,&: Ibpraueflc di color incarnato tutte riccamate d'oro, con capotto diGibellini coperto dei medefi- ii:io drappo, & capello m teda con Aicroni,che larcndeuano di Reale alpettb,lcbene Ci vedeuaconvn rollbre infoLtonel volto, che di quando m quando da timida pallidezza veniua confulbin così fatta attione. Et il Vefcouo immediatam.cn- . te intonò il T^Z)^/(';%?jqual fu cantato fòlenniiTimamente dai Mufìci di S.M. co melodia fi puòdir fin gola ri /lima, sì per la qualità della Mulìca,comeper ilnumcro,&: inquietezza delle voci,& iilromenti. Fiaueua il luogoJa Sig-DuchelFa dentro i medefimi lèdili otto,ò dieci braccia più à baflb dell'Impe- ratrice,con ftrato, drcolfini di veluto cremefìno . Alquanto più àballb haueua luogo nel mede/imo ordine ilSig. Prenci- peDon Vincenzo, & dopò lui nella riuoltadei lèdili, a diriai- . petto deir Altare, il Sig. Prencipe d'Analth Colo . Nel mczo , poi del Coro era molta Nobiltà di Prencipi^ oc Baroni, quali ftauano tutti in piedi, &c icopeiti . Finito di cantare l'Hinno, «Se dal celebrante lefolite oratio- iii,s'inuiaiono kxiÀcdciìnic Maeftà colmedefìmo ordine gisi, ^ dctco detto perii corridori alle loro fìanze di Palazzo . Etficfieruo, l'Imperatore non mcnocfibre dalla natura dotatodi coitcfijC gratiofc maniere (come apunto è proprio de gli animi grandi) nel far complimenti, &: con atti di cerimonie honorare i fo- ra ftieri , di quello ila ftato dal Cielo ricchito di Regni, di Stati, ideile maggiori dignità Secolari del Mondo . Percioche no il mginocchiò, né fi mofih mai, fé non vide (cmpre la Sig.Du- clieir.i prima nel iuo luogo, cornfpondendoli con corcc/e ri- uercnza ad ogni inchino, che TA.S. gli faecfle . Et nell'an- dare alle danze, di quando in quando ragionaua col Sig.Pren- cipc D. Vincenzo, il quale volfè /cmpre, che fi copnficinnanti la Maefià Sua . Si andò perciò dirittamente alle flanze dell'Imperatrice, douepoco fi ftettc&la Sig.Duchefia ne vfcì,qual volfè l'Im- peratore accompagnare in ogni maniera alle fue ftanze mol- lo ben diiccfte da quelle dell'Imperatrice: e con tuttoché el- la modeftamente più volte da principio Io ricufalfe, fempre IciiCpolh S.M.chenon Ci poteua m quello lèruirla per allhora. Dopò efièr TA. S. nella propria danza, l'impefatore fi partì, éc volendo ella vfcirne per acconipagnar fuori S. M. fu egli molto prefto à lerarTvfcio della camera, fiche TA S. non ne potè vfcire. Come fu poi S. M, su l'vltimo yTcìo dell'appar- tam.ento di S. A. fi fermò à dar la mano, &:àriccucr rofibquio, che gli fecero i Gentilhnomini della famiglia delfA.S. In paf- fando pofcia dairvfcio dell'appartamento del Sig.PrencipeD, Vincenzo, pollo dall'altro canto delia Sala coni n> une a quella di S.A.piU d'vna volta fece S. M.inftanza a S. E. perche re* flaire,ma ad ogni modo volle feruir la M,S. fino al fuo appar- tamento,la quale all'entrare in Camera commandò a* Tuoi, che fcruifl'ero S.E. fino allaftanza, alla quale fu condotta dal medefimo corteggio di S.Maeftà. Palsò poi l'Imperatore per via (cererà a trattcne-rfi alquanto con l'Imperatrice . Non (ì kcc molta dimora da cialcheduno nelle loro dan- ze,perche laSig. Duchcila accompagnata da S. E. ellendo già vici- <^5 vicina riiora della cena, Ce ne pafsò dairimperatricc, &: poco dopò iopragiunfecol iolico Correggio rimperatorc, &: tutci in- ficine col medesimo ordine s'iniuarono nella Sala grande più Vicina airappartamento della Sig. Duthcfla,doue ftaua vna Tauola preparata per jI banchetto, longa da dodici, òc^uattor» dici brazza, la qual Tauola era pofta al trauer/odelIaSala fo- pra vn palco aflki largo, &: longo, iòpra cui fi faliua condu^j gradi tutti coperti di panno rollò, Oc dal capo dì /òpra flaua cila Tauola fotco il Baldachino,c]ual era appoggiato al muro nel mezo della Sala. Al medesimo capo della tauola, /òtto il baldachino, erano due Sedie all'Imperiale di veluto crernefi^ no per le loroMaellà. La tauola iitrouò di già imbanditi^, de'prmii cibi con due inuentionidi figure, 6c animali, fi come veniua (bruita àdue piatti, lequali fino al fine fletterò in tauo- la, &: erano di belliffima vifia . LTlluflrifs. Sig. Conte Gio: Battifla d' Arco, come quelloche efiendo dc'pnmifeudatarij del Titolo, fu dcflinato à feruir di coppa all'Imperatore, die- de à lui, &: all'Imperatrice l'acqua alle mani, &: il Sig.Prencipc Don Vincenzo la faluietta, che fu riceuuta dall'Imperatoreij con gratiofo termincjK (y»fril»rtMlÌW MIKAi^sOM, ti fpo udendo al- l'inchino, che da S.E. gli veniua tatto, hauendo anco l'Impe- ratrice facto ilmedefimo. Si iauarono poi la Sig. Ducheila, & S.E. con bacile fèparato, nel medefimo luogo, prefèn te Sua Maefl:à;&:fù fornita S.A.dal fuoprimo Cameriere. Sipofc- ro à tauola S. A. (Se S.E. à man delira dell'Imperatore, al longo della tauola, ma ilSig.Prencipe alquanto più à balTo, fi che la tauola veniua occupata per più dei due terzi, &: nel fondo ne reftaua anche vna poca parte fcopcrta da ogni piatto . Stet- tero fèmpre le loro Maeftà in piedi, &: l'Imperatore cotinuan- do pur le fue gentilifTime maniere, flette fcopcrto fintanto, che S. A. &c S.E. fi trouarono a i loro polli, per fcder à tauola, onde fattifì reciprocamente riuerenza, tutti fcdettero nel me- defimo tempo, facendo più volte l'Imperatore ceno a S.E. che ficoptiflc. Le fedic furono tutte pari all'Imperiale, oc di ve- luto, ^4 _ luco,fènza alcuna differenza . Il con co rio creila Nobiltà fu grandi(Tjmo,e{i'endo ftariafTillcnti fcmpre tutti li pm princi» pali Signori Baroni, &: Prencipi in piedi, &: fcoperci^ fin acan- to, che fiì bcu uro la prima volta J&: poi partiti gran parte di lo- ro (eilcndoduiata la cena pcrpiùdi due groflehore) ritorna* rono aricofu'l fine per ic,ruirc alle loro Macflà . Fu feruit.'ila tauola da due Scalchi, l'vnojche e il proprio della l)occa di S.M. il fecondo, che fcruiua à Madama, &: à S.E. faceua anche Tviiìcio di trinzanic&dopò hauer fatti li tondi a viuanda_, perviuanda per le loro Maeftà, adatti al loto Scalco, (eruiua poi nel medefiiTiO modofucceilìuanìcnteà S.A.6.: poi à S. E. Sì fecero tra di loro alcuni brindcH piaceuoli , perieuerando fcmpre la Maeflà Cefarca nella fua folica, &: corteie vfanza di far cerinìoniej perche fé la Sig. Duchefìk fi leuaua alquanto dalla lèdia, fi leuaua ancora S.M. ne fedeuaprima,che ella an- cora fcdcilc . Sdì Sig. Prencipe inuitatoàbcre leuaua in pie- di, fi leuaua ancor'cgli : fé moftraua di voler ftar fccperto,S,M. ne beueua,nc fìcopnua fino acanto, che con replicate inflan- Ze non haucua fatto coprire S. Eccell. Magnanimo Heroe , ehcdiuenuto I muratore, &r^Wftn^Vil*ca,"èbn fi è punto fcorda- to i termini della f la lolita affabilità , nella quale per tanti an% ni, mentre è flato fòle Arciduca, con tanca gratia, de iplendo* re di benignità fé n'cvi/uito. In vn cantone di qi.clla gran Sala era fatto vn palcOj in cui capiuafino à cinquanta in fèflanta Mufici,che fi crouò tutto ripieno, tV fìjbitoche principiò la cena cominciarono à can- tare, &:fuonare co tante voci, &: flromenti ,c con tanta vatie- là, hora con piena armonia , hora con poche voci , bora con_^ foli flromenti,&:hora co verfi più rofio recitati, che cantati; chefiì cofa molto gufleuole da fcntire : 6j c tanto il compiaci- mento, che dicono habbia Tlmpcratore della mufica,che fi tiene afcenda Iafj:>cfa d'cfla ogn'anno à fcffanta mila fiorini. Scrui ai iolicojin abfenzadel Maggiordomo maggiore,;! Ma- refcialc di Corte col baftonc all'Imperiale , de vi erano tre altri Ivlaggior-! \ Maggiordomi /utaitcrni ,c!ie puf coti alfri baAoni di minor ornamento, a fTiftcuano Tempre alla tauola^ tenendo allargato quanto più fi poteuaquelli,cheftauanoà vedere; &qucftiera- * no ancora Feudatari] dei Tirolo, come gli altri (cruenti :efièn- docoftumedel Pae(c,che(]uando l'Imperatore fi trouaquiui, elfi vengano honorati con cjuefta prcrogatiua del f.ruigio. Finitala cena^cheFù regalata ncirvltimo con vn bcllifìl- mo apparato d^argenti di sfoggiate maniere con la portata dei confetti , onde tuttala cauola Ce ne ftaua con bell'ordine co- perta. Le loro Macftà Ci Jauaronole mani infiemc ad vn ba- cile, dando l'acqua il Sig.Conte d'Arco, & la faluietta il Sig* Pcencipe D.Vincenzo. Leuate le touaglie, l'Imperatore fi le- . uò difubito anch'egli, &s'inuiò alleftanze deirimperatricc^ caminandofi iempre col mcdefimo ordine , & fcruendo tutta- iiia di braccio all'Imperatrice iHopranominafo Sig-Marchcfe Federico, fi come volle S.M. che fofi'eanchc (èruita di coppa dairiUuftrifs. Sig. Conte Scipione Arrigoni,come quclioche l'haueua ieruita nel viaggio in tale vfficio. Lafciò Sua Mae- ftà Cefarea l'Imperatrice nelle fucftan2e,& feco la Sig.Du- cheifaj&poi fi ritirò al Tuo appartamento, feruito da S.Ecc. oue fi trattenne feco vn buon pezzo in ca mera, & poi v/ci, cf* ièndo feruito fino alle fueftanze dalla maggior parte di quel- la Nobiltà. Nel paflcggiare per la Città i Gentiihuomini delle Corti dell'Imperatrice, di S.A. & di S.E. viddero ilg ornofcguente, oltre gli archi già defcritti fatti per 1 entrata dcll'Imperacri- ce,vn'altioarco nella (relìa ftrada della Chic(à, per doue da vn'altra parte fi entra nella Città, qual era Ora co fatto per rice- liete l'Imperatore venuto da quella banda. Qiic fio fi formaua nella mole di vn grande, &: nfpro Monte turco fabricato iìi cortecciedi arbori, con altri ornamenti ben diipofti , dinotan- te lo flato montuolò dei Tirolo, 6^: haueua m quattro angoli quattro gran piramidi, iòpra quali erano tagliate in legno, & Eleonora ,intientione, che come era di vin:a riguardeuole, co- sì perii ilio lenfo tu Ibmata molto ingegnofa, Laniattina (eguentedelGiouedìalli tré,dopòche la Signo- ra Duchcfia fu veftita,e/rendo Thora aflai tarda, fé ne pafsò alle ftanzedeirimperatricej &c mentre vi dimorò, l'Imperato- re mandò à donar à S.M. vn belli Aimo filo di Perle al nume- ro di trenta, di valuta di mille ducatonil'vna, delle quali im» mediatamente s'adornò il collo j&: le mandò ancora vn pre- ciofo Gioiello ripieno tutto di Diamanti, co vn capotto di Gc- bellini . Poco dopò venne il S. Cameriere maggiore dell'Im- peratore, &:preièntò à S.M.rillufì:rirs.&: Eccellentifs.Sig.Ba- ronc Diatriftain cugino del Sig.CardinaIc,deftinato à feruir- Ja per Maggiordomo, il quale cominciò ad eflercitarii Tuo ca- rico, introducendo alla M. S. prima la llluftrirs. Sis;- ContcfTa Porfia,che Thaueua à feruire di Maggiordonna, 5c poi le Tei DameTedefche deftmate parimente al leruigio della M.Sua, fra quali la precedenza fu deftinata prima alla figliuola del Sig.Marchefe Federico, che nominaràno la Marchefa Gonza- ga,la feconda fu vnaDama BaroneflaTedefca, il terzo luogo fu dato alla Sig.Ottauia Strozzi, che fìnominarà nell'aueni- re la Conteila Strozzi, &: poi fucceilluamcnte alle altre fecon- do l'età, e quahtà loro . Era €7 Era andato nel mcdc/imo tempo il S\g. Prcncìpc D. Vin* ccnzo à complire con S.Maeftà Cefarea in nome del Screnifs. Signor Duca iuo fratello, che dopò la feruì dalle fueftanzeà quelle dell'Imperatrice con tanto corteggio di Nobiltà, che non fi poteua capire, &: da efle fi partirono poi fubito calan- do per li Corritori in publico nella medefima Chiefa di San» ta Croce ad vdire la Mcfla, nella quale ftaua preparato vn^ Baldachino di broccato d'argento fb^efb fenza cortina. So* pra il pauimento fuori dcUi fcalini dell'Altare, & fotto quel- lo ftaua vno ftrato del medelimo broccato col fediale, &duc codini per le loroMaeftà ,lequali vi fi pofero ; ma non prima s'inginocchiarono, che non fofl'c paflata la Sig. Duchefla,à cui fecero le folite riuerenze : & volle ancora l'Imperato- re veder à paflar tutte IeSig.Dame,&poi s'inginocchiò con l'Imperatrice, tenendo però lempre l'Imperatore il fuo pofto alla man deftra. Il luogo fu datto all'AlcSua dallaltio lato del Coro nei medefimifèdili,doue haueua vno ftrato di ve- luto cremefino coi codini fimili . Et in pari fito, ma più à bafTo, ftaua jI Sig. Prencipe D. Vincenzo; oc più a bailo an- cora il Sig. Prencipe ài Analth. La Meda fu detta a bada voce da Monfignor Reuerendidi* nio Vefcouo ruflfraganeo di Brillènone, apparato però Pon- tificalmente,con l'adlftenza ditlue Abbati,pur edi ancora ap- parati^ con Mitra, e Paftorale, Il Vefcouo lòdetto Francifca- no,che celebrò le cerimonie il giorno inanti, diede alle loro Maefta à baciar l'Euangelio, ma quando hi à darla Pace, fi /cordò di darla àS.A.&: al Sjg.Prcncipe Don Vincenzo jha- uendonc dopò l'Imperatore fatta far icufa dal fuo Camerier inaggiorc. Dopò la confacratione le loroMaeftà leuatefi dal Tediale, fi auanzarono inanti, &: fbpradue codini di broccato s'inginocchiarono fu'l primo de'gradili,per cui fi afcendeua aU'AIcarc&nel mezo di duetorcieacccfe tenute da SS. Pag- gi, il Vefcouo celebrante voltatofibenedìcon le lolite oratio- nidel Mcfl'aleliduc Spofi, &:poi riceuuto il Santidìmo Sacra- E 2. mento 6% mento , nel finir della McfTa/urono portati due Belliconi d oro con vinojl'vno all'Imperatore, e l'altro all'Imperatrice, co i quali bcuetcero dando in ginocchio ,&: poi quello dell'Impe- ratore paisò per mano della maggior parte de'Cauagljeri,chc erano alla Mella, quali beuettero del medefimo vino ; &: l'al- tro dell'Imperatrice fu portatoaIlaSig.Duchcir;i,&: àS.E. che come parenti ( fecondo il coilu me del Pae(e} bcuetcero nel me- defìmo Bellicone. Ritornarono le loro Maeftà per li corriror'allc ftanze^ &S dopò cffcriì fermati alquanto m quelle dril'injperarore, vfci- tono nella medefìma Sala, oue s'haucua a desinare, Se trouaro- no la tauola coll'iftello ordine preparata come la Icra auanti, dalle figure m poi di zucchero, che furono variate, 6«c nel pri- mo luogo, dou'era il piatrodell'imperatorcera porta vna ma- china, che fìngeua vna bella prolpettiua con giardino, &: al- cune belle figure tutcedizuccaro,& nel fecondo vna monta- gna con piante, frutti, &: animali, da cujfcatunrono (quafì du- rante tutto il de(ìnarc)due fontane d'acqua odorifera. 11 Si- gnor Prenc'pcD.Vincenzo diede lafaluietta alle loro Macftà , ^.poi S.A.& S.E. lauatifi nel medefì mo luogo, fi pofcro à ta- uola culi illeffo ordine dell'altra volta, cantando la muiica_, continuatamente, &: al folito con moka varietà di concerti , ìroci,& ftromenti. Mandò l'Imperatrice l'iRefla matrina vn nobiiiffimodono di biancherie airimperatore,&: donò al Sig. Camericr maggiore, che le haueua fatto il prefente delle Perle, (come Cauagliereprincipale,&: molto fauonto da S.M.) vna Croce di Diamanti di valuta di due mila feudi. 11 dopò man- giare lì giuoco per ricreationc nelle Aanze dell'Imperatrice-* dalle loro Maeftà, Signora Ducheiia, &c S. Ecccll. Si ftaua poi preparando nella detta Sala vn palco con baldachino per far fefta la fera , alla quale erano inuitate molte Dame; ma ilca- {o portò, che l'Impeiatrice cominciò àfcntirfì alcuni dolori, che le andarono crefcendo verfb la notte, tantoché non po- tendo ella iuceiucnire alla fcila^fi liccnciò ogn'vno, onde^ lutti tutti i Canagtferi fi partirono, &: ^ cenò da ciafcuno ritirata- mente nelle proprie ftanze. 11 Venerdì mattina delli 4. rimperatri'ce firitrouòcon mi- glior fallite, onde vfcì con Tlmperatore per li Corridori, fer- uiti dalla Sig. Duchefla,& dal Sig.Prencipe D. Vincenzo, Mandarono alla Chiefadi S. Maria deHordinedc'Serui (Chic- fa, e Monadero f.ibricato da Madama Aiciduchelìa di felice mem.)&tlopò fcn ti ta la Meil'a entrarono nel Monaftcro,&: lutti infieme vietarono la Cugina figlia d'ella ArciducheUh; oue dimorar! alquanto, ritornarono per ì\ inedefìmi corridori allcftanzedcirimpcratore, nella cui anticamera fi definòpri- uacamente,lè bene entrò nella ftanzachi volle à vedere... Era la tauola aliai più curta dell'altra àproportione della ca- mera, fituata però nel medefimo pofto lòtto il baldachino,col tenere il luogoda capo le loro Maeftà,&: dal laio à man de- lira Madama, &:S. E. Scruìdi Scalco vno de'Gentilhuomini della Camera di S. M. &: vn'altrodi Coppiere, che così fico- iluma quado l'Imperatore fede à menla nella lua anticamera. La taiiola fu fempre lautiflìma anoliro,&: ornaradVna gran machina di zuccaro con figure, pitture, &: motti icmpre va- riati. 11 dopò pr^nfo Ci giuoco nella camera dell'Imperatore, oc poi S. M. tenne Conliglio, ntirandofi S.A.&: S. E. à i loro appartamenti. Venura l'hora della cena, la Sig. DuchcHa feruita da S. E, paf5Ò(come era lua vfanza ) alla camera deirimpcrarrice,&: di là pervia Iccrcta andarono con ieloroMacftà ncH'anrica* mera dell'Imperatore, doue fi cenò nella ftefia forma, che fi era dcfinato la mattina, con vn perpetuo concerto di variti mufiche, che con llraordinario diletto teneuano attenti gli alianti. Dopò haucr le loro Maeftà beuuta la prima volta, era ordinario, che tutti iCauaglieri calafieroin vnagran fian- 2a à mangiare elfi ancora ,in cui erano preparate (ino à lette Kauole, alle quali lèdeuano non lòlo quelli della famiglia di S. A. ma gli altri Cauagheri ancora, Allcmani, Cngari, &c Ica- fi 5 hani 76 liani della Corte di S. Macflà; onde tal volta ù ritrouarono t - tatiola finoà cento, &: più pcrfone nel medcfimo tempo, fèr- uite tutte honoreuolmentc, con buon ordine, &: con viuandc in molta abondanza, ^uali richiedeua la qualità del tempo 3, &:dcl pae(è. Quanto poi al bere non fi può negare, che non lofle fatto il douere fra Tedefchi,&: Italiani» tuttauia non,* vi fu ccccffo eflbrbitante :&:chi non voi fé bere àqueli'vlàn- Za, in effetto non beuettcefìèndoche tutto pafsò con difere* ta piaceuolezza . Dopò cena ftettcro le loro Macftàcon S.A. & S.E.vn pezzo in camera con diuerfìdiicorfltra di Ioro,&: poi fi ritirarono a fuoi appartamenti. Il Sabbato mattina l'Imperatrice volle vifìtar la Sig.Du- chcfla alle Tue proprieflanze,&: con nobile corteggio s'inuiò a quella volta, ma non le riufcì,haucndola incontrata prima che vi arriuafTejOnde Tene ritornarono di compagnia, &poi col medefìmo corteggio fi pafsò alle ftanzc dell'Imperatrice, doue venne l'Imperatore ancora, & per Scorridori andarono alla Ghie fa de'Padri Capacci ni , oue fi fèntì la Meffa, &: dopò fi definò nella ftanza,&: maniera come fbpra. Dopò hauer mangiato le loro Maeftà con gli altri Signori Prencipijfì giuoco vnpoco; &:efrendofi poi S.A. ritirata alle fueftanze,fòprauenne il Sig.Camerier maggiore, che per par- te dell'Imperatore le portò vn nobiliflimodono accompagna- dolo con le piùafFettuofe parole, che fi poflano defiderare,&: quefto fu vna Collana gioiellata con cinqucccnto,c più Dia- manti, &vn Gioiello molto ricco,convna Perla nel fondo di valuta ìei fola di tre mila feudi . Le prcfentò ancora vn'Anel- lo peni Serenifs.Sig. Duca di Mantoua da portargli, acciò lo tenefic in memoria diS.M.con vn Diamante in tauola molto grande, & di fondo molto grofTo , di cui ( per ellere gioia d'iti- iòlita grandezza, &: confeguentementc di gran prezzo) nojL- così facilmente fi può fàpere la fuaguifta valuta. AlSig.Prcn- cipe D. Vincenzo fece donare S.M. vna fpada molto bella, Se ricca^conli fornimenti tutti d'oro mafTicio^rimciTa di moli; 7Jf Diamanti, & Rubini, che pur fi conobbe cfTcr aflai ricco do- no. Fece poi anco S.M. donare à tutti i Signori Cauaglieri, che nteneuano carica particolare nella Corte di S. A. 6c elio haucuanofcruito all'Imperatrice, come ancora a tutte le Sig. Dame di S. A. andate à leruir S. M., più,e meno fecondo U eonditionc deYugetti , &: tutto con Cefarea magnificenza . Non mancò laSig.DucheiTa perla parte Tua di regalare eli* ancora con collane, gioielli, &: cinti gioiellati, &: altri lauori» diuerfi Cauaglieri, che l'haucuanoferuita in quella occafionc, corriipondendo a i loro meriti con la douuta liberalità . Pre* fentò ancora alcune Sig.Dame della Mae ftà dell'Imperatrice» come giudicò, che roccalione il richiede/le. Pofcia su le ii.hora andarono le loroMae(là,con S.A.5C S.E.per limedclimi corridori al Collegio de* Padri Gieruiti, doLie da alcuni giouani fu recitata vna rapprefèntatione fpi- iituale. Et poi su le due hore della notte cenarono come iò- pra, &:con le medefime Mufiche,che mai il traiafciarono. Finita la cena, entrarono in camerale loro Maeflà, con Sua Ale. &: S.E. ondepoco dopò fecero chiamare alcuni Suonatori di Clauacimbalo,e di Viole, Sc al fuono di detti ftromenti (fenzache entraflcro altri in detta ftanza, che li Suona tori, &: Ballarino) l'Imperatrice, &: la Sig.Duchefla fecero vn gratio- fo balletto già fra di loro concertato, che fu di Ibmmo gufto all'Imperatore, non auezzo à vedere limili baUi;onde volle, che fi replicafle, 6c moftrò de(jderio,che Ce ne ùiccfìc alcun'al- tro,come farebbe feguito, fé gli Suonatori hauefTero potuto co- sì all'improuifò apprendere l'aria, &:il tempo loro: però, do- pò hauerconfumaro in ciò alquanto di tempo, le loro Macftà circa le none hore dopò mezo giorno vfcirono nella Sala gran- de, oue ftaua preparato il Baldachino fopravn palco d'vn gra- do folo, per la fella tralafciata il Giouedì fera. Al capo ddh Sala, &c fòpra effo ftauano nel mezo due Sedie di veluto creme- fino all'Imperiale per le loro Maeftà^&dall'vno, e l'altro la- to^alquanto diftanci,&: fuori del Baldachino, ve n'erano du^ £ 4 Altre* 7* airrcfopra le quali a man deftra fedcttcla Sig.Duchefla, & i man finiftra ilSig.Prcncipe D.Vincenzo. Cominciò il primo ballo Tlmperatore alla Tedefca co l'Im- peratrice, che tu àguifa della corrente, ma à palli più tardi, &: con tre paulè,come fi via nelle PauarLe,& Tempre con Tiftcdo pairo,& torma di ballo . Precedeuano dinanti alle loro Macftà otto Cauaglieri della tua Camera con torcie grofìe di cera bia- ca acceièin mano, à due à due. Finito il primo ballo, tu con» dotta à ledere l'Imperatrice, &: l'Imperatore ne fece vn'altro fi- milecon Madama SerenilTima; ma à quello precedeuano tolo fci Cauaelieri con le torcie nella forma fodetta. 11 teizo ballo fìmile lo fece S. E. coni Imperatrice, &: precedettero lolo quat- tro Camerieri con le medetime torcie . Finiti quetti tre balli , fc ne fecero poi altri fimili da Dame,& Cauaglieri di Corte in molto numeroà guifa di pauane,fino ad otto , e dieci coppie per volta,&: con aflai maggior celerità nel tempo del ballo. IlSig. Marchcfe Federico commciò il ballo, cheti dice del piantone, con la Sig.Duchetla, nel quale il Sig. Prencpe D. Vmcenzo fe- ce in vlcimo ballare vna volta tbla l'Imperatrice, &:con ella ( non hauendo S.M. inuitatoalcun altro) fi finì tal ballo, &c ri» pigliotTiil ballo folicoallaTedefca Irà Cauaglieri,& Dame,chc durò fino alle dodici hore : pofcia le loro Maettà fi leuarono, 6c furono (etuitealle proprie ftàze , di doue poi S. A. 6c S.E. licétia- tifi,fi ridutfero à i loro appartamenti . Fu ol]eruato,che le loro Maeftà trattarono con S. A. in particolare con ogni termine d'honore,perche fempre che ella fi muoueua a ballo,ò ne ritor- naua, fi Icuauano in piedi^ &: Tlmperatore le faceua riuerenza ; anzi mentre durò il primo ballo, flette l'imperatore quafi tem- pre in piedi,&:altre volte per molto fpatio col capello in mano, come fé fi fotfctrouato con Principefik di pari conditionc. La Domenica mattina,alli ^. giorno detiinato alla partenza di S. Aper il ritorno à Mantoua,perciò lentJronoS.A.&: S.E. da ic ioli la Metla,ersédoandati perii corridori allaChietàdel Gic- iù,e poi definarono anche intjcmc alle flange dcli'A. S. ctlcndo OCCllr 71 occupati in dar molti ordini per la partita,3(: in riccucrc i ccm- plimcnti , checon frequente concorfo fi faceuano poco meno, chcda tutti li Miniftri,&: Cauaglieri della Corte. Diede anco S. A. audienza aH'Ili.'"" Sig. Giulio Celare Cnuelli arriuatola fera innanzi in Kpruch , mandato d^ì Sereniamo di Bauiera, guai compii con l'A.S. mofì;rando,che il Sig. Duca haurebbc grandemente guftaco le in pa/Ikndo S. A. ò^S.E.à Viena , ha- ueilepotutoferuirli , come era fuodefideno, ne'fuoi Stari. Defìnarono Cole le loro Maeftà nella fblita anticamera del- l'Imperatore, nella ftcila forma dell'altre volte, e con la mede- iìma muficaj ma con quella dilierenza, che la tauola era porta al longo del Baldachino, oc fcdcuano eiìè Iòle al pari da vn lato 4^i eila . Et finito, c'hebbero di definarc^ ellendo già dodici bo- re alla Tedelca, le loro Maeftà fileuaronodi compagnia dalle proprie ftanze, &c s'inuiarono con tutta la Cortes quella della S-Duchell'a, la quale dando inpuntoper lapartcza, ieruita da S.E. fimo/le ad incontrarle MaeftàlorOj &: vici (ino alla terza ftanza fuori della fua,ouetrouato l'Imperatore, ?li fece riueré- za in forma di licentiarfi da lui; ma egli volle ad ogni modo, che S. A. ritornane nella fua ftanza ,doue insieme con l'Impe- ratrice l'accompagnò ; & lui S.M. cortcfemen te fece la fcufa Ce non era ftata trattata l'A.S. conforme al defidcrio delle Macflà loro, fcufando ogni imperfetc,tone,coirattr]buire qualfi voglia mancamento alla qualità rigoroia del tempo,& alla ftrettezza dell'alloggiamento, nel quale anch ellì come foraftieri erano ftati riceuuti: foggiungédole molte altre parole afFcttuofiflime. Dopò efler (lati quiui alquàto , vfcirono tutti infieme ,- & giun- ti fino alla Sala grande, prima d'auicinarfi alla fcala, l'Alt. S. pregò le loro Maeftà à voler lafciarla partire, con reftare in cl^ fa Sala per andar alle loro ftanze, ma fu in vano. Arriuati al- la fcala, l'A. S. rinouò lamedefima inftanza, ma l'Imperatore le dille, che S. A. s'acquetafte, perche era in cafa fua, &: ch^ ben fapcua quello che gliconucniua di fare. Amezafcalad paifa ia vn cerco aadiccllo,ouc replicando S. A, che le loro Mac- ^4 Maefìià foffcro /cruitc di non paflar più oltre, andò l'Impera» toreieguendoinanti, &:calòconrimperacricc tutta l'altra fca- Ja fino nel Cortile del PalagiOjdou'erano preparate le carrozze, &: accompagnò hSig. Duclicflà fino alla Tua, che ftaua poco lungi dal piede della fcalapdouefècci'o gli vltimi complimen- ti. Et efiendofì S.A. inchinata iinoà terra, Tlmperatore s'in- chinò egli ancora nel medefimo modo a parlarle: 6c Ce bene cadeua qualche minura falda di neue, flette però S.M. Tempre quiui col capo icoperto, mentre che l'Imperatrice ancora fece il ilio vltimo complimento con laSig.Ducheira,&:con S.Ecc. Non voleua S.A. in modo alcuno entrar in carrozza fé non^ vedeua le loro Maeftà ntornarrenc à falir lafcakjiS^: ftettero alquanto in quefto complimento, ma in fine l'A. S.profcilan- do di farlo per vbbidir all'imperatore. Ci voltò per entrare in carrozzaio nel Io fte/lb tempo le loro Maefl:à,efiendo di già falita tutta la Corte, Ci retirarono al piede della /cala a nce- uere gli ofiequenti inchini delle Sig. Dame mentre pafiauano per entrar in carroccia. Haucuano tutti gliocchi pieni di la- grime, &: l'Imperatrice era vicinaà piangere formalmente, (e l'Imperatore non l'hauefle pregata, per quanto l'amaua, di c5- tcncrièncj Seta ofieruato, che egli ancora alquanto s'intenerì. S'inuiò S. A. alla volta di Morra, &c le furono dcftinati li medefimi tre Com miflarij, che l'haueuano Icruica nell'anda- re, che la feruiiibro ancora, in ficme con S.E.coi medefimi al- loggi à luogo per luogo, con tutta la Corte, nel ritorno . Arri- uò dunque S.A.&c S. E. à Morra con afi^ai Ccìicc camino, ef- fendofi quali nel punto della partenza d'ifpruch il tempo raf- lercnato. quiui perciò cenarono infiemc,ieruiti con ilquifita dihfrenza. La mattina fegucnte del Lunedì alli 7. dopò hauer S.A. /en- tità la Mcfia,&:definato in Motta, con la letica su la slitta fe- ce la falita del Prencr, che dal freddo in poi, che fu vniucrfal- tnentc patito, fuccefl'e felicemente; hauendoanchequafi tut- te l'altre ietichc goduto della mcdefimacommodità. Arriuò a Ster- 7T a Stcrzcn aflaf per tempo, &: di là partì il Tegucntc giorno di Carneualc alla volta di Briflbnone,douc furiccuuta,&: allog- giata da gli Vfficiali del Sercniffimo Arciduca Carlo, nell^ij /Iella maniera^che tu l'altra volta l'Imperatrice . La mattina poi del leguente, primo giorno di Quarefima, fèntì lefohte MefTe nella Capclla di Palagio, & poi delìnei cdopòhauer inuiato vn Corriere per Mantouaj& fatto altre ipeditionijs'mcaminò verfola Chiura,doue hebbc l'alloggio all'ai ftretto, &:incommodo;n5 hauendo li Signori Commif- farij giudicato bene diarriuaral Coli men, per non vfcir quel giorno della giurirdittionc di BrilTcnone. Ilicguente giorno del Gioucdi,alli io. S.A.conS. E. parti- rono dilla Cliiufa, Mandarono a Bolzano, oue hebbero lal- loggio,&: la guardia alla loro habitationccon la mufica in tut- to, & per tutto come l'altra volta l'imperatrice . Sentirono il Venerdì (ègucnte la Mclla nella Chicfade'Frati di S.Fran- cefco, &: poi liauendodefì nato le ne passarono ad Egna,di douc (entità la Meda il Sabbato mattina, &: fatta collatione, s*inuiaronoalla volta di Trento, oue arriuarono fu'l tardi, in- contrati fuori della Città (col Iblito corteggio de'Gentilhuo- niini à cauallo) dal Sìg. Abbate Madruzzi^ 6c dal Sig. Conto fuo fratello. Prima di fmontaral Cartello andò S.A.à dirittura alla Chic- fa Catedrale,doueda quei Reuer. Preti,con concorlbdinumc- rofo popolojle fu moftratoil corpo del Beato Simoncino,chc fu martirizato dagli hcbrei cfilndo ancor bambino. La re- liquia è belliilìma, tutta intiera conferuata in vna ca/fetta à guifi di culla, d'argento: Et moftrarono ancora le agucchio ben groflc, colle quali fu tutto traforato; apparendo ancora i buchi frequenti nella pelle, dalle ponture riceuuri. Dopò ve- nerata quella fanta Reliquia, fu l'Alt. Sua condotta al Cartel- lo accompagnata da bcllirtìmacaualcata,doue riceuette li lò- liti honori , & regali dalli Signori Madruzzi,efrendo flataj coauiuu con cucca la Coree IpkadidiiHaiamcncc. 7^ . - La Domenica poi Icntìtc le /olite Meflc nella Cappella di Ca- fajben pcrccmpopai^òS.A.à Roucreco,doucde/ìno,&: all'en- trare fu falutatajC nceuuta da alcune Compagnie di Mofchec- ticriy &cCi fermò nella cafa doue fu alloggiata rimperacrice:-., con le medcfime guardie, &; corteggio. Dopò mangiare s*m« camino ad Ala, doue iì fermò la notte, ipciata,&: alloggiata dai Signori Madruzzi. La mattina poi del Lunedì, alli 14. dopò hauer S. A. vdita la Meda, prima ài partire, fi licentiarono dall Alt.Sua,&: da S.E.elfi Signori Madruzzi, &: infieme li tre Sig. Commilfari; venuti à (eruirli per il pailato viaggio .-facendo fcufàde'man- camenti occoriì, auenuci più toftodalla ftrettezza,& ftcnlità del pacfcjche da diletto di volontà; tenendo ordine di pro- uedere(coaic incfl'etto era ftato fatto) di ogni necefl'ario bi- foo;no. Partirono S.A.<5^ S.E. verfò Dolce ,& al confino della Screnidìma Republica trouarono i'Illuftnfs. Sig.Contc Baiar- dino Nogarola con quattro Cornette di Caualleria, mandato dall'EccelIentifs. Sig.Generale Paruta in nome della Republi- ca,che compii conforme all'ordine, &: allocca/ìone; Et poi inuiatifi innanzi, andarono fèruendo S.A.finoà Dolce, doue {ì fermò a delìnare . Et con tutto che non fodero arriuati an- cora li Pcici,che sattendeuano dal Mare, per eilerfi antici- pato l'alloggio della fera alla mattina; ad ogni modo 1 appa- recchio de'Pcfci d'acqua dolce, &: in particolare dei Lago di Garda,fùlauti(Iìmo, & honoreuolitfimo, con beuande divini cfquiHti jeileiidoiì trouatoil tutto ottimamente diipofto . Dopò liauer S. A.defìnato s'inuiò col medcfimo ordine,&!: accompagnamento verfoBuflblcngo, trouando riftcfio Ponte su l'Adige, c'haueua feruito prima nel paflaggio dell'Impera- trice. Arriuò quaiì à notte à Buflòlcngo, &idopò elicili cir- ca vn'hora ripofata ,lc)prauenne all'improuilbda Mantoua il Serenils. Sig.Duca luo Conlbrte, con due Iole carioccie,à ri- ucderla; la cui venuta quantomeno alpettata, tantopiù riem- pì Madama, acuita la Corte di flraordmaria allegrezza . Stcc- Stettero le loro Altezze infjcmc àlonghi ragìonaificnti , &: fi portò la cendverlo le cjuattrohore della notte, che fu copio- la, &; iulendida in ogni cofa al /olito, Te tue n do di Maggior- domo maggiore della Screniis. Rcpublica il iopranomina to S.Conte MaiTimigliano Emili), il quale con iomma prudenza, &: vigilanza haucua dirpofto il tutto, fi che non /cguì dilordi- ne alcuno; mi le loro Altezze regalate coi medesimi honori già fatti all'Imperatrice, con tutta \à Corte furono compita- mente feruite, cóogni desiderata abbódanzajcfplendidezza. La mattina del Martedì alli i y.di Febraro, v/cirono le Al- tezze loro alla Mefl'a nella lolita Chicca (\\ San Francesco, &: doppò ritornati, che furono alla danza, prima di dciina- re coaiparue il Signor Generale Paruta , accompagnato dal. la fua Guardia à cauallo, &: da altre quattro Compagnie <ìi Corazze, con molta Nobiltà; il quale moftrando contento fìngolare dcUarriuo del Signor Duca, compii con Tvna, &: l'altra delle Altezze loro con termini di ftraordmariacorte- iìa . Finito poi il complimento, (e ne partì, ritirandofì doue^ haueua d fuo alloijgiamento . Intanto le luto Altezze ào-d- narono,&; di nuouo il medcfimo Sig. Generale fu a feruirle per la part('n;r,i • &:con bell'ordine incaminando prima tutte HoJìUem Infìdeltum /r.^^^^^'""'- ^ /eguendo quelle s'inuiò Vt Impieu' ^'!^ carroccia, le quali circalcho- Sluamf^^ptu ..''^ ^' Mantoua,leruite perbuoa pezzo iìx elio Mg. ijcnerale,ilquale (defìderando le loro Al- tezze di accelerare maggiormente il loro camino) fi fermò, 6c tatti gl'vitimi complimenti, fé ne ritornò à Verona , feguen do elle Altezze il viaggio verfo Mantoua , lèruite dal Sig. Con- te Nogarolacon le fue Compagnie di Caualli fino al confino; doue entrate nello Stato ( accompagnate (ialla lolita Guardia à\ S.A.delli Arcieri à caualio,guidatadall'illuftrifs. Sig.Mar- chefe Paolo Guglielmo Andreafi Picco, che haueua feruitala Maefià dell'Imperatrice fino in llpruch, & continuamente Ivladanu Sercmilima nel ritorno) furono incontrate dallij Coni- Compagnie dc'CaualIi, che con rilIuflriTs. S. Conte Aleramo Sangiorgio Luogotenente Generale dell'Armi erano andate ad incontrar le loro Altezze, le quali fecero l'entrata nella_, Città à mcz'hora di notte j cflendo tutte le mura della For- tezza di Porto armata di Soldatefca: &nel paflare per den- tro cominciò vnabelliffima falua di mortati, &: pezzi d'arti- glieria, che continuò quaii vn quarto d'hora . All'arriuo in Corte delle Altezze loro,Jt potefl , (X folla t h umili s caUmus ; ^^ando purifsim^ amor um fiamma Germaniam Accenduntx Bellorum incendia extinguunt . Atigusìa virtù te femper C a/ari nubit . Imperatoria stirpe nata , Imperatori redditur , Eoneftate Parentis fìlia , honeHatis Parens . Cd/arem de hoHibus triumphantem viat ^ animorum viBrix. 'Aujiriacx r adici s palme s , de AuFlriacis palma . Digna Sceptro terrarum ^qua rationi paruit femper . In Imperij folium confcendifuirtutum gradibus ^ J^am non fortuna traxit ^fed meritum euexit , Regale ofhu induit merito ^quA nunq^ exuitzierecudia purpura* Dubium mare nauigatura j certum tenehit portum ; Non errabit . Amoris fui magne s , Septentrionis afpicit Polum . jRegÌ£ Gonzagcru AquiLe,deferÌÌt louifuo pudici amoris fulme » Las abeuntes Mtncij gemunt Cycni , Nafcitur ver dt/rnum ,<(ternis hyemis rigoribus . F rigor a abeunt accedente propius Solc^ . lìuptiales infiamma t tpdas , "vt Martiales extinguat fiammasì Nunquam non prudens , Tanto animo longum fit Imperium , Semper mcruit j dtìt teneat , r-: . ' Chry. CHRISTOPHORI FERR.ARII lurifconfulti . DII.TE.SERVENT ELEONORA. AVGVSTA GON2AGAE. DOMVS. MAXIMVM.DECVS AV5PICATISSIMIS. C V I V S . N V P T I IS ITALIA. TOTA PRISCA. S VA, MAIESTATE GERMANIA. TOTA SPE.LAETITIAQ^ NOVA AVGENTVR O . GLORIOSVM . FATALE Q^NOMEN ELEONORAM. AVSTRIACA. DOMVS AVIAM -, TVAM . OLIM . DEDIT ELEONORAM . AVSTRIACA. DOMVS TE,NEPTEM. NVNC.RECIPIT ORTVM. AB. IMPERIO. DVCENS AD.IMPERIVM.REDIS I. FELIX. IN. TVA. GAVDIA ELEONORA. AVGVSTA INCOLVMEM . CVM . CAESARE DII. TE. SERVENT CI ^. 1 3 e. XX I. K A L. X M B R.- F In In Symbolum AuguflifTimarumNupciarumFcrdinandi Au* ftriaci 1 1. CxCavis Augufti , &: Eleonora: Gonzagc-c Mantux Principis, acLDiui Petri lanuce faftigium erefliim , F. Chryfoflomi Gulielmi Francifcani clogium-j; BINARIO A/iOM -T.> ja :1 j^ £ ARE . : . \ . ^ A NON ex hmarìo Mohàs 3 Sed ex Monade Myriades . R D 1 N A N Z> 0 C AE S Olim Aujiriaeo Imperatore^ t ' £LEONORAAFSrRJACA FILIA^ Noftrx ELEON OR AE CON Z AG AB Auia. JidtcCxFERDlN AN DO,&ELEOHORA MEDICEIS Matcrnam ducens origmem^ . A FERDINANDO FratnL^ Eximio in fcientìjs Monade . Hodic_j FERDINANDO fummo C a fari Connubio iungiturfceltcifsimo . Ex Monade ergo Myriades » Ccelo , Terra j (jr Mare exultantibus ; LtztitÌA , Jplendoris j fuhlimitatis ^ (^ grati a, Mantuanx ^ ac Montisferratenfi ProtiincÌA Ab He r Gibus augentur Atigujìifsimis . IN IN ELEONORAE GONZAGAE, ET FERDINANDI C AE S A R I S Auguftos Hymenacos ,Tala(ìo. Innoccncij Conftantij Monaci, ac Leéloris Oliuetanf. A Z> E S r E CARAE . CH ARir E9 C A R A S . CHOREAS E> y c 1 r E, GONZAGA . ELEONORA OcnxA , i:hetis BiaKored . CymhU Corufco , Sidere PV LCH RIOR, Exumia italU Ldudel Exumio Germani et Bono» N V E 1 r i^ERDINANDO C AE S A R I Aujìriaco Germania , Romanorum Eeltces Augujli O R B E M Auguslum Fdciant . Eortes . Ctonant . o AV Sr RI AC AE Imterium G 0 N Z AG AE jMaìeIÌ4s Rropugnetur Apollo AUcres . I>ucite Augujioi . Occinhe . Peleo JSiauorti loui Amho Ambo» Eelicem Achilleos \ xt o M y s GÈ NT I S, Augeatur M y S AE Choros Bjmenttos. 2. Hinò^ f»* •TX JT^L 52% JC'lSnt J?^553«*''^> HippoLYTiFoNiNAE I.C Mantuaiii Elogium-. . ELEONORA GONZAGA A r G V s r A. Auguflum Imperium recipit , Anguftum Immicis rclìnquens • Flos in GON Z AG 1 CO V iridarlo educai us , Ab eodem hyherno tempore Iccius ^ Iniurias pr» iTd» Va- Vaticinivm Mantvs In Nuptias Auguftiflìmas Ferdinandi Austriaci IL C/ESARIS AVGVSTI, Ec Eleonora Gonzaga MantusE Principfs. Leonardi Todefchij Canonici Veronenfis, &: Acadcmici Philarmonicr J£ TARE, Minci , qutque tuos hihunt . Imbrcs , olores in modulamina Ca?ìord guttur , qu£ "jel ipjl Sint Thetidi inuidiofa ,foluant . Lutare rsirfus , plaude , voi ubile s Tecumqne Nywphx per vada lubrici^ Currant in a?nplexus choreis j Arte ftoua > infiituant^^ lufus , Lux illafeltx cdndidioribus Signanda gemmis j qua tibi clarior Non vlla ffdfit 3 ia^n henignis JE.cce ttbi glomeratur aftris . Adfunt 3 futuri qu(^ am abili i Flos Vrbis j )) fax lucida gloria , O fola Jplendorem , dee ufque Au fonia reparare nato-j . 0 Virgo 3 quam dos hac nimis vnica Exornat jhac laus tollit ad athera» Vinxtffe cor orbi imperantis j Ac Domino placuijfe rerurrL^ , mn$ Nam quA venujhaf ^quìs dccor Aurei Muljìffet oris pectora C.tfaris > JOum dura tracìat bellicofa l'eia manu medios per hosles . Vun% militari puluere fordidus tìumum eruentis Hragibus imbuit , Ni te, LEONORA, ipfe tanto Mincius aptam eperi tuli/Jet ? ^uot ille Ctzdes j te , dabit , aujpice . ^luet 3 0 quot arces dir uè t hofliutn ^ fauente te ? quot Dis amicus Bella pijs fuperabit armÌ4 . lam cerno laurus ferpere curribus, V intrici (^ enfes fronde njirefcere , Dites Guanti dum phalanges Voce nouam Dominam falutant • Alpes ad altas, cui feret obuius Augujia coniux maximus ofculà. Sinu potiti iam triumphi Excipiens fociam^toriquc^ . ^luam regiarum longus eburneis Ve^am quadrigis grex comitabitur Nnrum tpuellarumque , ^ ingens Or do ducum , & procerum fequetur . Tubas at inter , dum lo uè he Hi e 4 Làitum tonabunt fulmina lucido » Ceruice magna infigne gemmis lUa^jonus imperij fubibit . Cantra Ct)yJyd relelles ceyno ducei fuga Me tic ilio fos oppida Unquere , £t Jìgna coniurata vanis Coììjilijs male dijfìpari, Suhie£td cerno colla fccurihus ra:nas nouati foluere fa'deris , jEt jnfcpulta hinc inde aduncts Membra iaci lac eranda r»ftris . Sic po^nitendo fxpe licentia Lxlex cupido rios agit impetu Perenne mercari ruina De dee US , ^ predo cruoris . Sedfaujla nobis vaticinantibus Optata pr^ftat rurfus in emina Mifijje Carmen ^ quo beatos AV ST RI A B AÈ modulemur ignes , Kupt^que tanto projpera C^fari Sancii canamus l'incla cupidinis t ^u_£ femper ipfo firmiora Longa dies Adamante reddat . Stirps vnde clar£ prodeat in doli s ^ Nutrita dtuis ^quài penetralibus Sit digna rerum , fit parentum Egregia pietatis hoires . Kec vnquam auito lìmite deuia Virtute ^magms furgat c^ aufìbus% Vt fueta fccptris ,dum micabunt Afira polis , modcretur Orbi, Fran. Francisci Rasii Academici, ac Presbiteri Mantuani. DI THYRAMBICVM IN SERENISSIMAM LEONORAM cmSAKl NVPTA^i. AST A L 1 1 , qtiihus vnda fluuit facrdta Cam^ms Fluminis jVfiammes coronetis tempora lauro Pteridum nati iphceh.eum pecfora, ^ oejirum Intus alani ^ nuptis Jptrent precordi a Phosbum . Addttum terris decMs hhc ades votis , MantHS quA genttrix tibi lundit . Ab tnteritu plecìrum rumor auocat alto ^uì noftrum ? AV ST R 1 AM , 'volantes Aquila* Sonat j intonai , CON Z AG AM camt Vox dijfòna ^ dedaleo volitai Ocyor Icaro canorus Ales . Adde 24antu£ Chelys nostra fonos Pars vliirna Pubis j impunis adde y^ quoque iota—? . Ducitur alto no uà nupta J^cgi i Prima tu noftros anime s pollices » Dirigas^ canentium ^ Plecìrorumq fonantium , Cantuumg^ loquacium Sonos , LEONORA:, concint l4m Jlam Ì4m nodo verleret aurTs Liber crinis ^'vìrginei^ JÌììus Laxentur ypopuUnte rof a, ridente Zdphiro\ Ve/te cum longa , flutdumQ^ fyrma Irrigai ccelis inuidiofus Amor . Ite ad cantus j placet hi e habitus. Placet j ad cantus , per gè ,fequamurg Vincite morem^, Sonent aquora murmure , Canant athera carmine ; Nunc nunc lires Chelys exprome Animata nouis facibus . Aur.z tennis fìlia focis £epetes filum ^ non placet extremd, Lbibe totoSjtotos redde Turb^ fonitus y contenta fono Non fis folito , rumpere legem ras efto ,dum GONZAGA^ Concino nuptas. ■ O Jp ir abile lumen , O clarijfìwa lampas Ve6ìor Phabe diei\ Pande lucidior lumen j annua Coniugijs t fcdts slygix quibus horrtda rident . O Aurora reduce ns ^ Clarum pallida Solem Bardi flia lucìs ; Lucis nata nafcenti Pheebo » lude nitenti Padio >in nuptias curre non impigrì, lam Bajfaridum comitata cohors J^xrito Jlirpis lnachÌ£ lyrfos 'Vibrante manu » fola li une nunc phrygio pede pulfatc^ . Cane Cane C 4^^ ARM fevfi(ffs.\d4^Hd ^'^/^^ ::im;-;Q ;. Jìymen ^ o Hymcn^ACL^, \ > \ \ Coniugium r^fonent acji'tora murmurc 3 Coniugium celebre?it dthera Carmine^ . Min et US Ogygias Jìr/uatis fluciibus Arces , Dum pr^aceps currit ruiturus in hojiia nojìri Clara P adi Aufonidum fluuiorum Principis jVrbes Italicas donec furgens r-ubicundus ab vndis Luflrabit Ph(sbus j per laude s ire iuuabit Cdfaredi Nupta natorum diuitis ortu . IN TRIVMPHALES MONTISFERRATl ERECTOS APPARATVS. ^ BLU M VS S 1 Qa.filenfis Ciuìtatis lurìfconfulti Infcriptiones . Etprimumad Occidcntalem partem Turrita? machina; in foro eiufdem Ciuicatis credile. X> 1 V O FERDINANDO lì, C A E SARI ter Maximo . Inter pios non fccundo j Chrijlian.t Reipubltc£ inexpugnabili propugnaculo : £lui dignitatem Imperio dedita cum accepit : Et lani foribus nondum claufis j pacis aperuit : Dum Bellona nupjìt j i>t pacem parerei . Jn Aiiguflifsimis eius nuptijs cum LEONORA Augufta Métntua i (^ Mentis ferrati Ducum Fili a ^ ^ Sor or e . , MONTISFERRATl DITIQ rubiteli Utittx e-rgo , Ad Ad Orientalcff) èiufdefiV Macbfh* a/pè^ùm * ' "^ D IV^AB LEONORAE A. AuguBorum generi non degeneri ^ ^ Et LEON OR AE C AES ARV M filt£, é'g^rmandi neptì Ab Imperio ad Imperium nat£ j GONZIAGVM Principum Jflendori : Inter Italicas Hcroidcs Virgini ,0" Viragini pudicifsimx , Inter fcrmofas Principes venujìifòimàf';.' Et Inter venujìds formofìpimdi : ' Generis jindolis.dc form£pr^fldtia-,felictfsimo connuhìf federe A BICE FERDIN AN DO fratr(L^ . Inter AufirtÀ-dum » P4nnonurn,é^ Boemorum Diademata » Ad FERDINANDI C^faris* Imperi ale foLtum aJfamptJi^ ■ Nunc tandem erecH Montisf errati e olles ^^ ^~ tìis public A latiti A monumentis aJpirguntxJ :^ In cjuatcuor latcribus fori,&:primum in prima hz\Q, F E RD I N AN DO Auftriàt Are hi d fi ci Maximo , Totius Occidui Orbis Imperatori Potentifsi?no , »^.^ CatholicA Eidei propugnacelo, ^\; tìdreticA prauitatis espugnatori acerrimo i Pietatis j Fortitudinisj imiuerftqi Virtutis Ornatifsimo . JLE.ONORAM GON Z AG AM Jpecie formojifsimam , Animo inclitam j morihus , ^ nobilitate injìgnem , Huiufce nojha .- In /ccunda cfufHem fòri. L t 0 N 0 R AE JVSTRIACAB Occidui or bis Imperatrici inclita, Boemi^t:, dr Vngaria Reginxe, Labentis iam prifc£ afflnitatis reparatrici » Et glortam aHttquifsirrtA Familia augenti , Monferratenfes Populi j J^md AquiUs Aqfùlis iungens , Dimndt i C^farcd^^ Maiefiatis hojìes profligatur^i Optdtam InfubrÌ£ , ó' Germania pacem reddat, P-er feUcifsimam^ Inciitorum Heroum fobolem Vmuerfum Orbem perpetuo Jìt auo firuatura , AuJ}tcantur . ^upd^^ felix , fausìum , fortunatum^ Jìt , A DE 0 Opt. Max. deprecantur . In tercia ciurdem_> . ^-.LEONORAE GON Z AGAE Principi Sereni/sima , . ^ Sum?fi£ Religionisj Modejìid^ V irgintiq, pudori s cultrici , . <' '- In moderandis animi affeclibus Fiudiojìsfìméi t ' ' ' ^ ■ \2n fubditos humanifsim<£ y Auit^ virtutis h^redi ; Elegantifsima tùm animi j tum corporis forma decorata » CtuitAs Cafalenjis in Ictitia f.gnurn ^grattarum aóiionem , , '•- ■-■ Sui ) fuorumg^ oblationem 3 fe-'^j;.'^rir.r jit totiiis Vrbis jC^ Orbis exultationemt ^uod à Deo Opt. Max. Cffari Augujiifsimo fcruata. Et facri IJymenxi Jìt iunìia fendere ^ Bicat . ii In quarta aderanc &: alia in honorem Sercniflimorum.^ Manrux,ac Moncisferrati Principuni; quc^ cum hic Augufta tiincummodo Nuptiarum Elogia, aclnfcriptiones fcribendi fìc locus, omittenda duximus . Apponemus ideo /blum in Tridi- G nam nam fnfignam triiimplialcm machinaftì huiu/modi honoris grana ercótam infcriptioncm . F ERr>lN AN DO Ih IMPERATORI ReUgtoms Christiana parenti Opt, Max. Ad hellum nato » Pacis ut fores referaret . Et LEONORAE GON ZAGAE l»ter Priììcipes Honejlijsima j ac fermffjìsjìm^ . Coniugi; Trinis de Cajhis dicfi Puhltce gratulantur . Molte altre colè àtgTiQ.é\ memoria /àrebbcro da defcriue- re circa li fiipcrbi apparati, & le magnifiche fefle d'allegrez- ze fatcein Alba, Acqui, & altri luoghi del Monferrato i oltre quclledella Città di Cafàle,e di Trino; tutte accompagnate condotte i(crittioni Latine^ , Greche ,&: Italiane, quali per bieuità(come co/è, che farebbe longhifllmoil defcriuerle)fi tralafciano: potendofìogn'vneimaginare circa il rimanente, che oltre le ialue generali fatte perfegno d'allegrezza dallo Pprtezze, Città, &: Caflclli , fono fiate fatte fegnalatiihme in- «entioni difuochi^di machmc, archi trionfali, &: altre coli.* infìguijCoiiie apunto in talc,& tanto foggettufi conuenina, che impodìbile quafi farebbe il dimoftrarle compitamente^ in fcrittura. Dopò hauer fin ito di flamparela prefente reIatione,& eflen doneanche ftc^tedifpenfatc diuerfè copie, ci e fbpragionta la relatione del viagg'o delle Sacre Maeflà delli AuguflifTimi Spofìda Ifpruch fino à Vicna ; perciò mi è paruto bene traine Targamcnto, 6t Con breuità raccontarne il fucccflb . iniXA Volfc già Sua Maeftà Cefalea quando patti da Vicna per andareà ipofare la Maeflà dcirimpcratncc ( feguitandoqucU l'iftefib ^ FìÀrflò cftaiwtt¥{)?3ìrtilfò>tKe7ì ciò le nozze Tue follerò celebrate priuacamente) patrire fcn- za che ne folle auilàto alcun Prencipe, né Ambafciacore de* Potentati, che preflb la Maeftà Sua hanno refidenza ; ond^ haueua poco più che due mila bocche della fua Corte, con Ic femplici Guardie d'Arcieri, e Trabanti. Partita dunque, che fu Madama Duchefladi Mantouaco*! Sig.Prencipe D.Vincenzo d'I/pruch, come fi è detto, alli 6. di Febraro in Domenica , fi partirono il Lunedì lèguente le Mae- ftà loro, & fé n'andarono àdefinare in Ala, & quiui fu con- dotta rimperatrice da S. M. Ccf à veder l'editìcio del Sale, che in quel luogo fi fabrica in grandi«Ilma abbondanza, col far bollire l'acqua falla, che da ìongi iui per canali vien con* dotta. Etdipoi lifccevedere la finiofa Zecca, nella quale co 'mirabili artifici; fono tirate le verghe d'oro^e d'argento, Se po- fcia'ftampate così dall'acqua, che le monete vengono formate giuftedi pefb, &:di quella bellezza ilquifita,che'l Mondo sà^. Indi partita d'Ala fé n'andarono quell'iftefla fera ad alloggia- re à Schuatz due leghe più oltre, terra fituata su la ripa del ■fiume Eno, come apunto le ftefie Città di Ala,&:Iipruch le ncftanno; &: da quella partitifi il giorno Icguen re per incarni- natfi verfoRacchenhaì terra del Sig. Duca di Bauiera,troua- rono la mattina vn'Arco trionfale fabricato rozzamente dalli lauoratori delle Miniere, delle quali in quei Monti ve h'égran coppia,mafiìme di rame, ferro,&: anco argento; &: in quello fi rapprelèntauano( formando egli perlopiù la forma, &£ pendii ci faflbfed'vn Monte) molte grotte. Su la cima del quale fta- ua ritta vna grande Aquila Imperiale, onde d'intorno à que- ft'opra erano compartiti molti cauatori , doperai ij delle mf- niere,fciccndopaire di quelli varie dimoftrationi ddli c(ìtt. citi] loro intorno à cali arti, &: parte con cantilene runicafi nella lor lingua grolfolana tedefca, recitauano verfi fopra le attioni della loro profeifìonc, &: in honore dclli Auguftifiìmi Spofi. Intanto continuarono le loro Maeftà, con tutta la Cor- " Gì te te il loro viaggio , perche (come ù è detto jcra paflico ordinai che no fofle fatta dimoftratione alcuna d'apparati Reali negli Stzti di Sua Ceiarea Maeftà , v*occorfcro però Colo glalloggia- mentifipuòdire priuati, dalie prouifioni del vitto inpoi,chc fecondo la poffibiliràdel pacfc, &ù dando la rigorofa ftagione dell'In uerno, furono fatte con la maggior lautezza, che fu pof- fìbjie . Arriuarono perciò alii 1 1. in Venerdì à Raichenhal, oue dal Scren i/Iìmo Alberto fratello del medefimo Sig. Duca diBauiera furono riccuute le Maeftà loro,&: alloggiate molto iplendidamcnte. La mattina /èguentedelli i z.s'inuiarono alla volta di Saltz- burgh,&: allj confini uciucfto Stato furono incontrate dall'iK Juftriffimo,&: Reucrend.iJimo Arciucfcouo,che con grofTx^ commitiuadi Nobiltà in catro22;a;&:à caualio, con vna gran- de fquadradi caualli le ftauano attendendo, & ncH'ariiuarc alla Città videro fuori della porta vn grande fquadrone di Fan- tcria pofto in ordinanza fopra vn piano, ch'àguifa di colle an-. daua afcendendo ver/o mezo giorno; che di ie, con molte In- /eene fuentolanti all'aria, &: per elierc di gente molto ben di- Ìpofta,e ben veftita , refe alle Maeftà loro gratiofa vifta : & ^uefti tutti con vna ben' ordinata fàUia le làlucarono, facen- dole, col chinare l'Infegne à terra,profondifrima riucrenza-. Erano poi tutte le ftrade dalla Porta per fmo al Palazzo, &: iincovn pezzo fuori della Città, armate dall'vn canto, e dal- l'altro di Mofchettieri . Fecero le Maeftà loro l'entrata inj carrozza falutatc con molti tiri, &: leguitate immediatamente in vn'altra carrozza dal fodetto Sereni/lìmo Alberto, & dal- rilluftrifs. 5c Reuerendifs.Arciuefcouo. Entrate poi in Palaz- zo, dopò elferfì ripo/àtealquanto,iìridufteroin vnabelliftjma, &:grandiirimaSaia tuttaguarnita con varij ornamenti di n- licuo indorati, con pitture bellidìme pure accompagnati, &c in capo d'efta Sala era iìtuato vn nobihftìmo Baldachino, fotto cui iiauapoftavna gran tauola fopra vn piano, al quale s'a/cé- j^eua con due gradi coperei di finilfirai upeti . Et quiui pre* fcntato fcntato Jallcduc maggiùri Dignità del Capitolo l'acqua per iauarc le mani alle loro Maeftà, tenendo i'vna il bacile>&: l'al- tra il vafq per dar l'acqua ; & fu data alla Maeftà dell'Impera- tore dal Sereni(Tìmo di Bauiera la raluietta,&: airimpetatri-» ce da Monlìg. Arciuefcouo. Pofcia fbtto'l baldachmo fòdet- to incapo di menfa ièdetterole loro Maeftàj&quafi in fine della tauolajda vna parte però,&: fuori del baldachino,fè- dcttcro anco li fodetti Signor di Bauiera, &: Monfig. Arciuo- fcouo. La fera poi cenarono le Maeftà loro ritiratamente (b- le, & Monfig. Arciuefcouo tenne compagnia al Serenifs.di Bauiera. Dopò cena, clfendo apparecchiati alcuni fuochi ar- tificiati nel Caftello, che in faccia al Palazzo Uà fituato in vn colle, qual domina tutta la Città , s'allacciarono gli Augufti Spofi alla fìneftrajdoue pervn'hora hebberodilectcuole trat- tenimento dalla vifta d'vna grande Aquila hr.periale,cheha- ueuano eretto nella più alta parte di detto Caccilo, la qua- le dalle bocche, dalle ali,&:da tutte le parti lanciauagrandif- fìma quantità di fuochi maeflreuolmente lauorati jquali di quando in quando mandauano ali aria giandillìmo numero di rocchettCjdi raggi,di fcoppi,di Imguc di fuoco, con vn'in- finità ditauillcche faceuano belli/lima vifta;&: à quelli fè- guitarono molti tiri di morrari,<5c di artiglierie, quali dicdcto compimento alla gratiofà feda . ^ j. Il giorno feguen te, che fu in Domenica li 15. fu cantato 1^ Meflaiolcnne nella Chicfà Caccdiaie di-U'ArciuekouatOjd: dopòhaueredcrinatolcMaeflaioroin pubitco nella lopradet- ta Sal;i_, , come haueuano apunto fatto il g;orno au-mti , fi conduflcro fuori della Città njczalcg3,advnanobiliihmaHar bitatione deli'Arciuefcouo ; douc, bcachv; non potcilcroguftii^r te l'amenità de' Giardini, & bellezza delle Fontaiie,,5c la va», ghczza del fito, ne del luogo, per clfere ìUijtio cppcrto, &:.?ir pienodi ncue,fi prefero nondimeno gufto di pdcarc: >con,gli; ami, 6c coi tridenti in quelli ftdgni fonnap coiì,.iin,^c}.f, n^^ bile dalle molte acque,,ch?;jai CPiìcprrj)n5>;,ij4,Ui#i,ià:ii;rii^^4^^^ te fono condotti^. Dipoi hebbero aflai guftcuolc trattcni- mentom vedere molte caccic, che furono fatte nel gran cor- tile di quefìo luogo con brauilTimi Cani corC,&: leurieri, à, Céruij Lupi, Volpi, Gatti pardi, Lepri in grandiflìma quantità, &con altre fòrti d'animali. Et pofcia accoftandofi la notte > iène ritornaronoalla Città, doue con oflequentifllma dincio- ftratione di riuercnza, 61: diuotiOne, furono ( per quanto conce- dcua la fredda ftagione hiemale3&: la ftetilicà del paefe) le Xlacflà loro regalate * Il terzo giorno incominciando dalParriuo^in Lunedì li 14. dopò dclinare fi partirono, &: nel montare in carrozza le loro lv1acri:à,ilScreni(lìmocli Bauieracon parole di molta riuercn- za fi licentiò, per ritornatlene à Monaco ; onde furono feruitc da Monfìg. Illuflrifììmo Arciucfcouo fino a S.Ielghen, oltre Saltzburgh quattro leghe , doue anco da Sua Sig. ifluflrifsima quella fera furono alloggiate. La mattina delli i j.in Martedì partirono le loro Maeflà» & efl'endofì licentiato Monfignor l'Arcjuefcouo , il quale fé ne ritornò à Saltzburgh >trauerlaronorAu{ltiafupetiore inuian- dofì verfòlaCittà di Prudi nella Sciria, doue arriuaronofola ìi 1 9, in Sabbaco, &: quiui furono incontrate dalli quattro Se- reniflimi Figliuoli di Sua Maeftà Cefarca, che fono gh Arci- diuchi Fcidinando E rHic fio, Leopoldo Guglielmo, le Arcidu- cheflè Maria Anna, & Ccciha Renata, che di già venuti da. Gratz ftauano afpettando le Maeftà loto. Stettero nella Città di Prudi per tutto il giorno della Dome- uica fegufntej fentédofi rimpetatrice niolto ftracca dal viag- gio, &dairincommodità patita dal freddo 3 &: il Lunedì, che fu li zi.Febrarofi partironodopòdefinare,&:ca minando fola per due>ò tre leghe al giorno, fi condulleio ilGiouedì fera in Nei fiat. Città pofla oltre al Soitouien nella pianura d'Auftria, lontano daViena lei leghe i &ù quiui vennero da Viena Tll- Juftnfs. &c Reuercndifs. Nuntio di Sua Santità , l'Eccellentifs. Ambafciatorc del Re di Spagna ,& quello del gran Duca di Tofcana , doue complirono còri l'vna, &: l'altra Maeftà] a n(v me de'loto Signori. II giorno fcguente poi fé n'andarono 4 Mcdling,& alli z6. che fu in Sabbaco s'incaminarono alla volta di Vi ENA , doue per ftrada ritrouarono di quando in quando molte compagnie di Cauallcri^^ , ch'erano an- date ad irK:ontrarle. Arnuarono perciò verfb la fera vicino quella Città ,oue non volle la Maeftà dell'Imperatore (fon- tinuando pur il Tuo primo penfìero inftituJto)che fi facelTe-^ dimioftratione alcuna di pompa,ma folo furono incontrate ne' Borghi da*principaliCauaglieri,& Baroni dell'Auftriaj&da tutta, fi può dire, la Corte delle loro Maeftà , fopra belliifimi Cauallj,&: molto pompofàmente veftiti;&: oltre vn numero fuor di modo grande di SS.Baroneire,&: Da/nc in carrozza, veftite,&: adornate alla loro vfanza, co molte gioie, beUiilìmi capelli, &: con ricchidìmi cappotti. EfTcndo in quel punto vn rigorofìfTimo freddo ,& la M. dell'Imperatrice afi'ai ftracca, non caualcò la M. S. ma fece l'entrata in vna nobiliflìma car- rozza di tclad'o*o morella tutta coperta ài riccamii medcfì- mamentc d'oro, &: tirata da lei fupeibifTimi Cauallij nella», quale ftetiero ancoilSereniflìmo Arciduca Leopoldo Gugliel- mo iighuolo dell'Imperatore, &: le due fopranominateiue fi- gliuole. Caualcò però la Maeftà dell'Imperatore fblo fòtto'l baldachino di broccato, che da Cittadini gli era ftato appa- recchiato, & inanti lui , fuori del baldachino, prccedeua l'Ar- ciduca Ernefto fuo maggior figliuolo à caualloj 6c dietro al baldachino, lenza intermiiTionedi perfbna alcuna, la carroz» za dell impera trice,qual erainfìeme col baldachino circon- data da fefl'anta Giouinetti à trenta per parte Nobili della^ Città, vcftiti tutti riccamente di liurea nera, &: gialla, quali haurebbcro anco portate letorze fc Sua Maeftà hauefl'e fat- ta l'entrata di notte : &: oltre quefti vi era gran numero di Staffieri, co le Guardie, tutti pur veftiti à hurea:&: il balda- chino era portato da otto Cittadini principali di Viena,con 4c afte adorate . £c Turdme della caualcaca era tale, elio pri;ua |>fìtTia fi videro! Staffieri della Corte Ce fa rea àcauàIIo,quafi conduceuano à mano i-CaualIi da tjfpcuo delia Ralla Ccf^- aea, tucii con belliilìme Telle, cgircUi iuperbamentc nccama- ,|iidorQ.i)6c di perle, con moke gioie tramcEo concerto . A quefti fèguicauano i Signori Paggi di Sua Maeftà fopra beli if- Cmi Codicri ,&: di quelli Tvnoportaua l'Armatura d'oro, l'al- tro l'Elmo, l'altro lo Scocco, vn'akro la Lancia ,&così peror- dine l'Armi Imperiali. Diecro quefti fèguiuano molti Sig." Cauaglieri , molti Baroni, & molci Prcncipi dellAufcria,di Boemia ,d'Ongheria , Stiria ,Carinchia, del Tirolo , 6c d'altri Stati di Sua Maeftà, &C molci della ftcflk Corte delle Mae- flà loro: òi:dopò quefti feguitauano gli Araldi di ciarchedun Regno, &: di ciafcheduna Prouincia della M. Sua, vediti con i. Coliti Manti Reali . Dietro lorocaualcauafolo il gran Ma- resciallo di Corte con lo Spadone nudo in mano , & dopò queiti il Sereniflimo fbpranominato Arciduca Ferdinando Èrnefto, che,medefimamente fòlo caualcaua auuanti alla_> Ivlaefta dell'Imperatore j &dopò la carroz^ deirimperatri- ce,chc immediatamente gli feguiua,caminauano le Signore Principeflc,&: Dame della Corte ,&: poi quelle della Città di Viena, & altre Prouincie . Et dopò loro le fquadre de gli Arcieri ,&: poi molte troppe di Caualleria, inficme coji_, quelle, ch'erano andate ad incontrar le loro Macflà. Et era- no tutte le fi: rade armate di ibldadcica beniOlmo veftitajcon alcuni /quadroni polli in ordinanza , quali con ben'ordinate /àlue falutauano le loro Maeftà iolcte ài moiri tirid'arciglie- ria^chein diiparte/ì ientiuano rimborubarc per tutta la Città. Andarorio dunquecon quell'ordine àfniontare alla Porta grande della Ca cedrale, doue furono riceuutedadoi Vcicoui, Ò^ otco Abbati rutti veftiti con Piu.iaIi>Mitra, 6c i^allon Paflo- lale in Iiabito Pontificale, che infieme co tuccoil Clero le fta- uano attcndendoi&quiui le Maeftà loro inginocchiateli Io- fra fìniftunitapctij&LCoflìni, eh erano ftati diftelì in terra, le ìli daco à baciare la Croce . Indi leuatdì,&: riccuute Tutto vn'al- CIO ero baldachino pórratodai Lettori déll'VniuerfitàjptoccfTio- nalmcn te furono condotcì all'Aitar maggiore, riilioiiado tut- ta quella magnifica Chiefa di ibatiilTima armonia, qu^ aircii- irata loro cantò le ieguenti parole compoftedairEcaP**^' S;g. Dottore Chrirrotbro Ferrari ,6: poflc in mufica dal S;g. Gip: Friuli MaOrodi Capella di S.M. tóanimodi farle cantare all*- cntratadelJc ftanze lmperial!,quadole M. loro follerò andate dircttjuamenteà fmontare m Cortcfcnza venire alla Chiefa . INGREDERE A V G V S T V M T H A L A M V M AVSPICE. DEO OPTATI SS IMA. EXPECTATISSIMAQVE ELEONORA CAELESTI. CVIVS. ASPECTV SVOS. INTER. BELLORVM. FREMITYS GERMANIA LAETABVNDA. MITESCIT E T. q V AE. N V N C SACRI- CONIVGIl FESTIVOS. EXERCET. CANTVS IMPIO. TANDEM. FVRORE. DOMITO ASPIRANTE. DEO FERDINANDI CANET. TRIVMPHOS e I D. I D C. XXII. Arriua- Arriuate Junque'Ie ìorò MneM àviantì TAltare, & Inginoc- chia cefi /opra gli Itrati di broccato (bprancciOjchc gli erano preparati, tu intonato il T^Deum,62 dipoi da Ivlonfig. Vc- Icouo Anfarien(e,qual Je hauciia fatta baciar la Croce, turono dette le rolitc Orac!oni,&: po/aada Monfig. Illuftrirs. Nun- cio tiì dattalà bencditc-one. Indi Icuate/ì furono accompa- gnate pur (òtto il mcdefimobaldachino alla porta della Chie- da,che guarda verio Corte, alla quale ftaua appettandole l'al- tro primo baldachino^ &c dalla Chiefa Ci trasferirono co Tiflef- fo ordinejchc vcnute^alle ftanze Imperiali,oiie per ef fere Sab- bato, &: per ricroiiarfi leMaeflà loro in/ìeme coi piccioli, &c teneri figliuoli di S. M. molto fianchi, cenarono ritira tamcte. La Domenica poi, che tu alli 2.7. di Febraro Ci tcccro folen- niffinii banchetti, &: fé fte con Mufiche delicatit]ìme,&: nql- la cena fu tra 1 altre cofe con molta leggiadria cantato il Ce. guence Sonetto. 10 j che già pie n d'orrori ^ e dij}aue}7ti, JE di Marte y e di Morte efpofto à l'ire , *" Solca tra 'l fangaie 3 e tra le farnme udzre Fieri rimbombi 3 e queruli lamentìi Il ora le JJjor^de rriic liete 3 e ridenti Tra le ne ut 3 e tra 7 giel ^veggio fori re : odo l'acque , U terra 3 e'I Ciel gioire^ A' l'armonia di Mujìci concenti ; Ogn alma al gii^ftofrcn dianzi ritrofa JDel gran Gioite terren l' Aquila adora 3 Ah che forza mortai tanto non ofa . £lual Nume e in q uè fte riue 3 e sì le onora^' ? Così parla il Danubio , & Eco afe ofa In in antro 'vicin 3 dice , LEONORA. Tra gli altri tpafll poi, &: trattenimenti, che furono dati al- la Macila dell'I mperacrice ne' giorni tèguenti, furono oltre lafof- la fòfla della Città, all'incontro al Palazzo Imperiale, fabri- care alcune nobili Machine adornate di fuochi artificiati iru diucr(c gui(è con grande artificio lauorati , in modo che co i felici, &ftrauaganti effetti loro diedero nobililfimo tratteni- mento à SuaMaeilà> de à quelli , che vi ù. ricrouarono prc- fcnti. IL FINE. S te ^ a' f-GOV CENTER l / .dCA 5'^